Il saluto della Danza a Ezio Bosso - Le Cronache
Spettacolo e Cultura Danza

Il saluto della Danza a Ezio Bosso

Il saluto della Danza a Ezio Bosso

 

Martedì 21 luglio, ventitrè centri di danza presenti sul territorio cittadino e della provincia  riuniti nel gruppo Emergenza Danza ri-partono dal palcoscenico dell’Arena del Mare di Salerno, alle ore 21, per un omaggio al musicista scomparso. Ospiti della serata i ballerini solisti del Corpo di Ballo dell’Arena di Verona Marco Fagioli e Andrea Caleffi, il MusiCantArte Ensemble diretta dal flautista Giuseppe Ler, il soprano Elena Memoli e l’attore Marco De Simone

Di Olga Chieffi

Il sodalizio di Ezio Bosso con la danza contemporanea ha inizio nei primi anni Novanta quando incontra la sensibilità della danzatrice e coreografa Paola Bianchi e con lei dà vita a “Flautus”  e “6 Novembre 1994”. Il lavoro che ne deriva è entusiasmante, ma lo tiene ancora chiuso in un ambito nazionale. È l’incontro con l’estro del regista e coreografo Roberto Castello a far conoscere la musica di Bosso al grande comparto coreutico internazionale. La creazione scaturita dalla loro collaborazione, “The Breath of the Thramp” (1997), racconta con il linguaggio tipico di Castello ‒ quello dell’improvvisazione strutturata ‒ la sensazione del sentirsi fuori luogo, dell’arrivare fuori tempo massimo, dell’essere tutt’altro che “al posto giusto nel momento giusto”, il frutto di un’esigenza creativa che in qualche modo cerca d’interpretare il sentimento degli outsider tra il senso di ribellione e quello di solitudine. Nel 2008 nasce un piccolo capolavoro neoclassico, “Within the Golden Hour”, per il San Francisco Ballet sulle note originali di “The Sky seen from the Moon” di Ezio Bosso. La danza salernitana  ri-parte dall’Arena del Mare di Salerno il 21 luglio ri-comincia dal flou, dalla reiterazione, da quella ubriacatura di speranza che sanno offrire le note di Ezio Bosso, uno spettacolo in cui anche l’arte coreutica, che tanto ha ricevuto dall’incrollabile Maestro torinese, ringrazia e saluta colui il quale è riuscito a cambiare la domanda “perché a me?” in “perché non a me?”. Sarà il cartello Emergenza Danza #Insieme per la danza a presentare lo spettacolo “Ciao, Ezio!”, che rappresenterà un’occasione straordinaria per raccontare il percorso del gruppo, dalla emergenza della chiusura, alla partecipazione alla Giornata Internazionale della Danza, alla petizione che ha visto la firma di ben 87 realtà di danza di Salerno e provincia, fino alla difficile gestione della riapertura e ripresa. Si tratta di vero e proprio spettacolo, non una semplice rassegna, né l’espressione dei mancati saggi, e in quanto tale saranno espressione delle migliori energie, passione e sacrificio, in un tempo ristretto, che ciascun gruppo saprà mettere in campo. Si alterneranno in palcoscenico New Space of Dance di Francesco Boccia, Dance Studio di Luc Bouy e Gaetano Petrosino, Danse Ensemble di Natasja Brugman, Abracadanza di Stefania Ciancio, Studio Dance di Anna Maria Clarizia e Rosario D’Urso, Balance di Serena D’Amore e Alessia Scermino, Il Balletto di Federica Ferri, Centro Danza, Bac di Luigi Fortunato e Mariella Carleo, La mia Danza… Fiorella Iaccio, Scuola di Danza Antonella Iannone, Centro Studi Danza di Anna Iorio e Valeria Milingi, WorldDance & Fitness di Ylenia Ippolito, Exorto Danza di Piero Leccese e Donatella Vacca, Progetto Danza di Marianna Lupo, La Dance di Maria Vittoria Maglione, Centro Accademico Danza, di Marina Magurno, Artestudio di Loredana Mutalipassi, Danzando di Cinzia Palumbo, Diffusione Danza Tersicore di Anna Rufino e Carmen Palumbo, Invito alla Danza di Gemma Sada, Oltredanza di Eleonora Santoro, con ospiti, i ballerini solisti del Corpo di Ballo dell’Arena di Verona Marco Fagioli e Andrea Caleffi, il MusiCantArte Ensemble diretta dal flautista Giuseppe Ler, il soprano Elena Memoli e l’attore Marco De Simone. Scorrendo la scaletta dei brani musicali che saranno coreografati ed eseguiti, troviamo il primo movimento del suo concerto per violino e orchestra, “Esoconcerto”, che traduce, attraverso l’agogica, la partitura in movimento architettonico all’interno della Cattedrale Santo Stefano a Vienna; Speed Limit, un arpeggio reiterato nel ritmo progressivo, la colonna sonora del film di Cristiano Bortone, “Rosso come il cielo”,  a tratti fresca e scattante, in altri punti più malinconica, che brilla nei colori di notevole vividezza, poetica negli stralci riflessivi, e ancora dalla Music for weather elements, l’Air on the first star of the night, “Tango triste”, “The sky seen from the moon, la consacrazione di Bosso nel mondo della danza, Little waltz for a little piano, “Rain, in your black eyes”, una strada bituminosa trapuntata da un violino che sembra un ombrello o lo stesso riflesso di quegli occhi neri nella patina traslucida della pioggia sull’asfalto, da Seasong 1 To 4 and Other Little Stories, Before the Sea, il Quartetto No.3 The Way of 1000 and One Comet, Dirty Tango, Rumba verso il buco dalle 14 danze per bambini intorno a un buco, da Sixth Breath, il secondo, “Breath Out of Breath”, quindi l’essenza della danza, la VII sinfonia, da lui diretta tante volte, e la sonata op.27 n°2, di Ludwig Van Beethoven, uno dei più celebri e passionali moonlight della letteratura musicale. Un omaggio che avrà il suo culmine in Split, Postcard From Far away, una pagina complessa, ispirata dalla sua ricerca di Ezio Bosso sui segnali stradali, e in particolare dal segnale con due frecce divergenti. In questo brano che nasce come dialogo tra cello, violino e pianoforte, vi si può leggere la fine di un legame, l’allontanamento dalle proprie radici, visioni differenti, l’incapacità di incontrarsi tra due culture, è una “stanza” lontana (la stanza è uno dei luoghi fisici ed immaginari, da cui il compositore riesce ad uscire solo con la musica), invasa dalla “noise”, da cui tutto ha inizio, l’ultima delle 12 “stanze” composte dal Maestro, la stanza che ha salutato la sua liberazione dal corpo materiale, e la riconquista dell’agognato mistero del primordiale, della ri-nascita.