Il Risorgimento POP di Daniele Timpano - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Il Risorgimento POP di Daniele Timpano

Il Risorgimento POP di Daniele Timpano

 

L’autore già apprezzato a Salerno nella rassegna Voce Sola di Vincenzo Albano ritorna con Gaetano Ventriglia, ospite di Scenari Pagani, il 1 aprile

 

Cosa hanno in comune Britney Spears e Giuseppe Garibaldi? Il risorgimento e il McDonald’s? Sono icone pop, ma non intese come popolari bensì come simboli del vuoto, icone divenute tali solo perché una potente major o dei governi hanno voluto creare quel mito, semplicemente per convenienza economica o storico-politica. Soprattutto questo emerge in Risorgimento pop, beffardo spettacolo di Daniele Timpano e Marco Andreoli non solo sul momento storico, ma anche sugli eroi che occupano adesso vie e piazze di qualunque città. In scena sul palcoscenico del centro sociale di Pagani, venerdì 1 aprile alle ore 21, ci saranno Daniele Timpano e Gaetano Ventriglia, nelle vesti di una coppia di  anarchici pronta a spiegare la verità storica sul Risorgimento – oltre che a captare fondi e cachet distribuiti grazie alla commemorazione dei 150 anni dal “glorioso” momento storico. Lo spettacolo, i suoi intenti e interpreti vengono enunciati al pubblico, il quale è frequentemente chiamato in causa. Sono vestititi da preti perché in questo modo hanno avuto vita facile nel riportare alla luce il corpo di Mazzini. L’Italia non risorge. L’Italia non c’è. La Storia non c’è. Perché è sempre inattendibile, la Storia. Nella ricostruzione dello storico, come nei ricordi dei testimoni, nelle fiction, come nei romanzi, negli spettacoli dei Baliani e dei Paolini, dei Timpano, degli Enia e dei Celestini, così come nella Tv di Alberto Angela. E allora bisogna prendere tutto con le pinze perché tutto, purtroppo, dev’essere interpretato, aggiornato e discusso. Le cinque giornate di Milano, l’impresa dei Mille, Porta Pia e Pio IX, Garibaldi e Mazzini: altrettanti momenti e figure che propaganda, vulgata e retorica hanno appiattito, sbiadito e incastrato in quel mito di fondazione forzato, immaginario e falsamente concorde che chiamano Risorgimento. Con almeno un risultato di rilievo: che la parola Risorgimento, con buona pace di leghisti, neoborbonici e papisti, ci piace tanto. E l’Italia? Con tutte le sue recrudescenze, con lo splendore millantato, con le mafierie del quotidiano, che cos’è oggi l’Italia? Risorgimento pop è uno spettacolo sull’Italia che non c’è, sull’Italia che non sorge, che se è risorta, è rimorta, uno spettacolo sul Risorgimento, sui quattro padri della patria, Mazzini, Garibaldi, Cavour, Vittorio Emanuele, e sul suo antipapà, Pio IX. Due attori, risorti e rimorti, immortali cadaveri, soli in scena, in mancanza di Italia.