Il plurilinguismo di Mutaverso - Le Cronache
Spettacolo e Cultura teatro

Il plurilinguismo di Mutaverso

Il plurilinguismo di Mutaverso

La stagione firmata da Vincenzo Albano di ErreTeatro festeggia il quinto anno con Elio Germano, Roberto Latini e venti compagnie per ben ventitré appuntamenti ospiti di cinque spazi per cinque diverse atmosfere

Di Olga Chieffi

E’ iniziata la grande festa di Mutaverso Teatro per il suo quinto anno di vita, per il quale Vincenzo Albano ha inteso fare le cose in grande, prendendosi i suoi rischi e assumendosi ogni responsabilità di un cartellone popolato da nomi prestigiosi e che ci ha accompagnerà da stasera al 24 maggio. Il direttore artistico della stagione e di ErreTeatro, ospite del Comune di Salerno, che ha rinnovato il sostegno a un progetto che «arricchisce ulteriormente l’immagine della nostra Città e la nostra offerta culturale», come ha affermato l’Assessore alla Cultura Antonia Willburger, che ha preso parte alla conferenza stampa insieme al Presidente della Commissione Cultura Ermanno Guerra, al consigliere Rocco Galdi, Vice Presidente della Commissione Cultura, ha scorso a volo d’uccello i ben cinque i mesi di programmazione, che hanno avuto il loro prologo in dicembre con “Quasi Natale”, ha illustrato i particolari cinque gli spazi coinvolti, che accoglieranno i ventitrè gli appuntamenti per un totale di venti compagnie attive nel territorio nazionale e internazionale, in arrivo a Salerno. si presenta varia rispetto alle precedenti edizioni, per generi e luoghi di spettacolo, anche non convenzionalmente deputati al teatro, ma che al teatro possono restituire attenzione attraverso momenti di partecipazione sociale e di relazione con gli artisti. In quest’ottica è attiva la sinergia con il collettivo “Blam”, per l’ex Chiesa dei Morticelli, e con l’Associazione onlus “A Casa di Andrea”, che metterà a disposizione la propria sede. Sette appuntamenti saranno inoltre ospitati al Teatro Antonio Ghirelli grazie alla disponibilità di “Casa del Contemporaneo”; quattro al Piccolo Teatro del Giullare; cinque all’Auditorium del Centro Sociale del quartiere Pastena. “Pur in forma non ancora compiuta e strutturata – spiega Vincenzo Albano – ho iniziato a pensare alle possibili evoluzioni di Mutaverso Teatro, a ciò che vorrei diventasse: un progetto artistico permanente, “culturale” nel più ampio senso dei linguaggi artistici e delle relazioni umane e creative. Era necessario affrontare una nuova sfida e dar vita non a una mera estensione numerica degli spettacoli, ma a un’ipotesi progettuale di maggior respiro e tessitura. Mutaverso Teatro ha superato al momento ogni prova di resistenza e ha dimostrato di avere solide basi”. Festival molto trasversale, che prenderà il via proprio questa sera, al teatro Ghirelli, con la Compagnia Teatrino del Giullare di Sasso Marconi, che torna in Campania, dopo oltre un decennio di assenza. Stasera si potrà assistere al “Finale di partita” assegnatario nel 2006 di un Premio Speciale UBU e di un Premio Nazionale della Critica. Il capolavoro di Beckett è visto attraverso una partita a scacchi tra attori-giocatori che muovono pedine-personaggi di una delle storie più significative ed enigmatiche della drammaturgia del Novecento. A seguire, il 23 gennaio, un allestimento di “Alla Meta” di Thomas Bernhard, che si aggiudica nuovamente l’UBU come Progetto Premio Speciale. L’umanità alterata dei personaggi di Bernhard si incontra felicemente con la poetica del Teatrino Giullare, che ha dato vita a un solido artigianato della scena, della scrittura e dell’arte attoriale, tra il teatro di figura e di maschera. Evento clou del cartellone è previsto il 21 febbraio quando sul palcoscenico dell’Auditorium del centro sociale salirà Elio Germano, autore e interprete dello spettacolo Segnale d’allarme – La mia battaglia che porta il teatro nella realtà virtuale, un monologo che attacca i tempi in cui viviamo, fatti  di informazione deformata, nuove tecnologie e la necessità di concentrarsi sulla forma piuttosto che i contenuti. Una manipolazione del pubblico che porta con sé lo spettro di un pericoloso assolutismo. Altro appuntamento che impreziosisce il cartellone è certamente Blues, sempre in auditorio, in scena il 24 aprile che non è solo un monologo, né è solo uno spettacolo dalle ascendenze beckettiane, né è solo una grande prova d’attore di Francesco Biolchini, ma è la metafora della vita, delle speranze disattese, delle occasioni mancate, la storia di un uomo che ha circoscritto il suo mondo nell’ingresso di casa. Il cartellone viene completato da Maze, in scena 31 gennaio al Centro Sociale, concept, creazione, performer Valeria Bianchi, Aurora Buzzetti, Giulia De Canio music and sound design Posho progettazione luci Matteo Rubagotti mentre, l’8 febbraio ci si sposterà nella Chiesa dei Morticelli per Piccoli Funerali  di e con Maurizio Rippa, voce e Amedeo Monda (chitarra), ispirato all’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters e a Cartoline dai Morti di Franco Arminio, debutto del teatro, il 13 febbraio nella sede di A Casa di Andrea onlus con Luisa, uno sguardo Oltralpe Soap Opera moderna e contemporanea di Marco Ceccotti, Simona Oppedisano, Francesco Picciotti con Marco Ceccotti, Francesco Picciotti, e ancora febbraio dopo l’evento del 21, si chiuderà al Piccolo teatro del Giullare il 27 e il 28 con La vecchia Commedia malincomica, drammaturgia e regia Rita Frongia con Marco Manchisi, Stefano Vercelli un tassello de’ La trilogia del tavolino. Arriva la primavera con il mese di marzo e il 5 ci si ritroverà nella chiesa dei Morticelli con “Yorick-unplugged” un Amleto dal sottosuolo scritto, diretto e interpretato da Simone Perinelli, Un elefante nella stanza concerto solo di Ivan Talarico, si svolgerà, invece, il 12 marzo a Casa di Andrea onlus. Doppio spettacolo il 19 e il 20 marzo al Piccolo teatro del Giullare con Gianni, ispirato alla voce di Gianni Pampanini di e con Caroline Baglioni regia Michelangelo Bellani supervisione alla regia C.L Grugher e il giorno successivo, “Mio Padre non è ancora nato”. Sul palcoscenico del Centro Sociale andrà in scena il 27 marzo “La classe” un docupuppets per marionette e uomini con Michela Aiello, Andrei Balan, Antonia D’amore, Francesco Meloni, Marta Meneghetti con le marionette Fiammetta Mandich. Aprile inizierà nella Chiesa dei Morticelli, il 4 con “La manutenzione della solitudine” Reading poetico di Giuseppe Semeraro con musiche  di Leone Marco Bartolo. Il 9 aprile ospite negli spazi di Casa di Andrea verrà rappresentata “Lui e Leila”, di Daniele Parisi e Claudio Morici che sarà anche in scena. Si ritorna il 17 aprile al Centro Sociale  con “L’inferno e la fanciulla” è un monologo con drammaturgia originale composta da Mariano Dammacco, insieme all’interprete Serena Balivo. I linguaggi scelti sono quelli dell’allegoria e dell’umorismo, affiancati da una lingua altra, poetica. In scena, l’attrice interpreta una surreale bambina, la fanciulla, e conduce gli spettatori in un suo personale viaggio all’inferno, non l’inferno delle anime dannate, bensì l’inferno che a volte ci sembra di vivere nella nostra quotidianità. Dopo Blues il 9 maggio ultimo spettacolo alla chiesa dei Morticelli, il 9 maggio, con “Quando il bambino era bambino” sguardi dentro la terra sonora di Peter Handke dai libri Infelicità senza desideri e Il canto della durata  con Tamara Bartolini, Michele Baronio. Finale di stagione interamente ospite al Teatro Ghirelli il 13 e il 15 maggio con un dittico interamente salernitano affidato in primis a Francesca Pica con Mare e il seconda battuta “Trittico del mio Byte” scritto, diretto e interpretato da Luca Trezza. Il 20 maggio sarà rappresentata “E bastava un’inutile carezza a capovolgere il mondo” un progetto di Arianna Scommegna e Massimo Luconi, a seguire, il 22 maggio “Santa Rita and The Spiders from Mars” Variazioni tra Paolo Poli e David Bowie con e a cura di Marco Cavalcoli. Gran finale il 24 maggio con Fortebraccio Teatro e il ritorno di Roberto Latini con “La delicatezza del poco e del niente”  in cui  ripercorre in un susseguirsi di letture alcune delle composizioni più intense della poetessa cesenate, fondatrice del Teatro Valdoca, Mariangela Gualtieri. Un rito fatto di voce sola e di musica.

Olga Chieffi