Il modello Sisaf esportato fuori regione - Le Cronache
Primo piano

Il modello Sisaf esportato fuori regione

Un modello innovativo di welfare di comunità da riprendere anche in altre città italiane. I risultati raggiunti dal Sisaf, il servizio integrato socio ambulatoriale per la famiglia, una struttura realizzata grazie al Comune di Salerno, suscita grande interesse. In nove mesi di attività sono stati raggiunti ottimi risultati nel sostegno psicologico, consulenze di medicina specialistica, per il benessere e il servizio antiviolenza.
Dei 590 cittadini, che sono stati seguiti dal Sisaf a partire dallo scorso mese di febbraio, 109 riguardano casi di violenza sulle donne a dimostrazione che a Salerno il fenomeno è preoccupante così come lo è il disagio economico e sociale delle famiglie. Dieci le associazioni che hanno siglato un protocollo d’intesa e gestiscono all’interno del Sisaf sportelli di ascolto e consulenza gratuita o corsi e percorsi di varie discipline; trentasette, invece, i medici specialisti “solidali” che hanno sottoscritto un protocollo d’intesa impegnandosi ad erogare la propria prestazione con un onorario da 20 € ad un massimo di 45 €. In più, ad oggi, sono stati erogati, per le famiglie in estrema difficoltà economica, 18 voucher di cura per un importo pari ad 2.969,00 euro.
Il modus operandi del Sisaf ha interessato anche altre realtà provinciali e regionali al punto da far registrare richieste da parte di organismi del terzo settore di  replicare i centri Sisaf in altri cinque comuni della Regione al termine della fase di start-up del Centro di Salerno prevista per gennaio 2013: Solofra, Castellammare, San Marco dei Cavoti, Caserta e Scafati.
I dati sono stati illustrati ieri mattina nel corso di una conferenza stampa nella sede di via La Carnale, alla presenza della responsabile Maria Patrizia Stasi, della docente universitaria Maria Rosaria Garofalo e dell’assessore alle Politiche Sociali Nino Savastano.
“Oltrepassiamo i valichi regionali provando a riportare la nostra esperienza anche a livello nazionale perché riteniamo sia fondamentale dare massima divulgazione a un vero e proprio modello innovativo di welfare di comunità. Associazioni, medici solidali e professionisti del terzo settore hanno siglato un protocollo d’intesa con il nostro centro che vuole intercettare e dare risposta a tutti i bisogni che insorgono all’interno delle famiglie della nostra comunità. Alla base del nostro operato – ha affermato Stasi – c’è il valore della sussidiarietà e la precisa volontà di offrire un  servizio di alta qualità a prezzi sostenibili e soprattutto di dare assistenza a tutto tondo a chi, in un mondo in piena crisi valoriale, si sente perso e scarsamente assistito”.
A confermare il proprio sostegno alla struttura è stato l’assessore Nino Savastano: “Il Comune di Salerno accompagna questo progetto per l’importante ricaduta che sin dal primo momento ha avuto sul territorio. I dati oggi presentati ci danno ragione e danno ragione a chi ha sottoposto questo progetto all’amministrazione comunale e testimoniano l’utilità di un’iniziativa che offre ai cittadini un servizio diverso da quello svolto dai nostri segretariati sociali. Alcuni dati che emergono sono anche allarmanti. Mi riferisco in particolare a quello della violenza sulle donne: è importante che si riescano a recepire anche nuove istanze da parte dei cittadini. Siamo convinti che il progetto possa crescere ulteriormente: il Sisaf è un modello ormai consolidato che stiamo esportando in diverse parti d’Italia e che ha attirato la forte attenzione da parte di numerosi istituti universitari. Il segreto dell’iniziativa  – ha concluso Savastano –  è nella capacità di aver creato una rete tra associazionismo, università, cooperazione sociale, cittadinanza; e mi piace sottolineare anche la grande sensibilità di tanti professionisti, che hanno voluto esserne parte integrante”.