Il maestro Scala: «Assoluta mancanza di rispetto per allievi e docenti del Martucci» - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Il maestro Scala: «Assoluta mancanza di rispetto per allievi e docenti del Martucci»

Il maestro Scala: «Assoluta mancanza di rispetto per allievi e docenti del Martucci»

Il mondo dello spettacolo, estremamente variegato e complesso, necessita di una valorizzazione economica e di una gestione razionale che sia in grado di metterne in luce le peculiarità artistiche, la particolare valenza culturale all’interno della società attuale, soprattutto presso quella fetta di pubblico caratterizzata dai più giovani che si dimostra sempre più interessata a questo settore, ma che molto spesso è sprovvista degli strumenti necessari per poter apprezzare e capire il “significato” di determinate manifestazioni del mondo dello spettacolo e che non viene messa in grado di poterne usufruire in modo continuativo. Considerando inoltre l’enorme ricchezza che il nostro Paese è in grado di dare da questo punto di vista, risulta sempre più importante riuscire a trovare delle professionalità capaci di poter gestire e valorizzare al meglio questo settore così come già accade in altri paesi europei ed extra-europei. A fronte di questa nuova e pressante esigenza, si nota una scarsa efficacia e innovatività degli strumenti che vengono forniti a coloro che operano in questo ambito rischiando quindi di frenare un settore in continua crescita e fermento. L’unico conservatorio che in Italia offre questo corso è il “G.Martucci” di Salerno, una delle tante gemme di questa istituzione, con il biennio di specializzazione coordinato al M° Franco Scala. Un corso questo che ha un taglio operativo modulato sulle specifiche figure professionali attualmente richieste nel settore dello spettacolo, il cui obiettivo principale è quello di formare delle figure altamente specializzate nel settore dell’organizzazione di eventi attraverso un percorso formativo che intende fornire strumenti pratici sia per l’ideazione, che per la gestione e la promozione di spettacoli. Danza, teatro, cinema, concerti, l’Opera fino a toccare festival interdisciplinari, conoscenze queste che devono essere acquisite sul campo e che il M° Franco Scala aveva individuato nel bando della regione Campania del 14/07/2014, relativo proprio alla formazione di 10 figure professionali. Protagonista assoluto il Conservatorio “G.Martucci” di Salerno con i propri docenti, prestigioso laboratorio il Ravello Festival, uno dei più antichi d’Italia, una ribalta di livello internazionale, ove per l’intera estate con propaggini in primavera e in autunno gli stagisti sarebbero stati a contatto diretto con professionisti del settore entrando in un ambito lavorativo estremamente dinamico e complesso. Il Maestro Scala dopo aver lavorato ai fianchi il presidente della Regione Campania, i suoi assessori, stretto e firmato l’accordo con il segretario della Fondazione Ravello Secondo Amalfitano e il suo Presidente Renato Brunetta, gli è giunto il 25 settembre il rifiuto inappellabile e inatteso del Consiglio d’amministrazione del Martucci di Salerno, per un cavillo, per di più ampiamente superabile, poiché interno, che obbliga il nostro conservatorio ad entrare in partenariato solo con “Istituzioni e/o Enti pubblici”. Immediate le dimissioni del M° Francesco Scala che da quella data ha deciso di essere ligio ai suoi principi morali di uomo integerrimo, abbandonando ogni incarico del corso specialistico di management e dedicarsi unicamente all’insegnamento del pianoforte. Un rifiuto, questo, con tanto di finanziamenti europei, che ha lasciato attonito anche il direttivo della Fondazione Ravello, che ci ha rilasciato la seguente dichiarazione “I contorni e i limiti della vicenda sono esclusivamente interni al Conservatorio “Giuseppe Martucci” di Salerno. La Fondazione Ravello non intende interferire con l’autonomia dell’istituto. Fondazione Ravello è stata compulsata dal prof. Francesco Scala che ha parlato anche a nome e per conto del presidente del Conservatorio, Catello De Martino. La proposta avanzata per il tramite del prof. Scala, oltre ad essere di sicuro interesse, era anche del tutto coerente con la mission della Fondazione, in particolare con l’obiettivo che Fondazione Ravello ha di contribuire, fra l’altro, alla crescita sociale, culturale ed economica non solo di Ravello ma della regione Campania ed in particolare della provincia di Salerno. Con queste premesse, Fondazione Ravello, non ha esitato un solo istante a dare il suo assenso al progetto, a dire il vero, confidando anche sulla possibilità di innestare su questo progetto ulteriori e più significative azioni di collaborazione e sinergia”. Incredibile la decisione questa del Conservatorio, che pur si accorda e partecipa a rassegne promosse da associazioni che agiscono fiancheggiando e appoggiate da enti ed istituzioni pubbliche, in una società dove si cerca il contributo del privato e in primis il tirocinio e l’apprendistato “sul campo” , per un più presto e ferace inserimento nel mondo del lavoro. “Il primo step del corso di management è nato nel 2003, il biennio nel 2009 – afferma il M° Francesco Scala -questa folle decisione getta undici anni di insegnamento fecondo al vento. Si è lavorato ad un buon livello qui a Salerno con sei o sette tesi veramente di eccellenza, documenti che sono stati acquisiti dal conservatorio e che potrebbero venir messi in pratica, quali ad esempio due tesi complementari firmate da Marco D’Acunzo e Marina Lucia sul sistema integrato produzione-formazione, con un’analisi attenta dei due segmenti o il bel lavoro di Vanessa Marzullo. La relazione su questa incresciosa vicenda è stata già inviata al ministero, poiché la massima istituzione musicale cittadina ha fatto una pessima figura con la Fondazione Ravello, con la regione Campania, ma in particolare con i propri allievi e i propri docenti, vanificando il senso di laboratorio che ha questo corso e l’essenza stessa del conservatorio che è da sempre, prima pratica, imitazione e poi teoria, prima “come” e poi “perché”, come afferma Aristotele nell’Etica Nicomachea rispetto all’insegnamento delle arti”. Olga Chieffi