Il fascino timbrico dell'orchestra di fiati - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Il fascino timbrico dell’orchestra di fiati

Il fascino timbrico dell’orchestra di fiati

 

Stasera alle ore 20,30 concerto della formazione del Conservatorio di Musica “G.Martucci” di Salerno diretta da Michele Mangani, ospite della Villa comunale di Vietri sul Mare

 

Illustrato ieri, il programma del concerto dell’Orchestra di Fiati del conservatorio “G.Martucci” di Salerno” a conclusione di una prestigiosa Masterclass che ha visto impegnato con gli allievi, il M° Michele Mangani, un nome stimato in tutta Europa nel gotha di amatissimo genere. “Un plauso – ha dichiarato il vicedirettore dell’istituzione Fulvio Maffia – va ai tre docenti di strumentazione per banda i docenti Franco Cardaropoli, Luigi Avallone ed Enzo Cammarano, rappresentanti di tre cittadine emblematiche per ila formazione di fiati, Bracigliano, Vietri sul Mare e Camerota”. Sulle stesse onde “sonore” il consigliere dell’amministrazione comunale di Vietri sul Mare, che ospiterà oggi alle ore 20,30 l’evento musicale, l’Architetto Angela Infante: “Vietri è tutta un’orchestra, nei suoi vicoletti si sente sempre suonare. Con questo concerto di fiati si onora la tradizione musicale di questo musicalissimo paese ed è espresso desiderio del sindaco, che oggi rappresento, di continuare a far musica animando lo splendido anfiteatro a getto sul mare pensato proprio per gli spettacoli e i concerti”. Normalmente si ha un’immagine molto limitata della banda e del suo repertorio: una formazione buona per feste e per funerali, fatta per divertire e commuovere con il clangore dei suoi luccicanti strumenti e gli arrangiamenti colorati di motivi popolarissimi. La banda ha però anche un’altra natura, di interesse artistico ben maggiore; nel corso del secolo scorso e di quello precedente, compositori illustri come Nikolaj Rimskij-Korsakov e Gustav Holst hanno scritto pensando al suo particolarissimo impasto sonoro, e soprattutto in ambito anglosassone fra Otto e Novecento si è venuto a creare un repertorio di tutto rispetto ha avuto l’ardire di essere il primo a scrivere musica per l’organico della banda così come lo si intende oggi. Prima della prima Suite di Holst, il mondo bandistico era tremendamente legato a quello della musica classica da orchestra, intesa in senso lato; le esecuzioni delle varie bande erano delle trascrizioni di opere classiche scritte originariamente per orchestre di archi. Si necessitava che tutte le composizioni per archi venissero trascritte per strumenti a fiato.  Il programma del concerto finale, della Masterclass svolta da M° Michele Mangani,  al Conservatorio Statale di Musica “G.Martucci” di Salerno, ospite del dipartimento di Teoria, analisi e composizione presieduta da dal docente Catello Gallotti, prevede in apertura la Marcia per l’Imperatore, composta da Gioacchino Rossini e trascritta dal M° Mangani, in cui si potrà apprezzare lo spirito l’essenza del segno rossiniano. Si proseguirà con un omaggio a Giuseppe Verdi, con una fantasia per clarinetto e banda, composta dallo stesso Mangani, la sua Verdiana un brano abbastanza impegnativo ed elaborato, un pot-pourri ben concepito di temi tratti dalle sue opere più famose come I due Foscari, La Traviata, Il Rigoletto, l’Inno delle Nazioni, Aida, Luisa Miller, la Forza del Destino e i Vespri Siciliani, pagina affidata al clarinetto di Gaetano Falzarano, docente del Martucci, nonché prima parte dell’Orchestra Filarmonica Salernitana “G.Verdi”. Ancora una interessante composizione del M° Mangani il suo Dynamic Concert, che metterà in gioco e in competizione tra loro un po’ tutte le sezioni, prima di affrontare il pezzo clou della serata la Suite in Mi bemolle op.28 n°1 di Gustav Holst. Il 1909 è l’anno della svolta: Holst compone, forse in occasione del Festival al People Palace di Londra, la sua prima opera per repertorio bandistico, la First Suite in Eb for Military Band. Holst decise di scrivere di proprio pugno un brano per l’organico della banda: flauto, ottavino, clarinetti (piccolo, soprano e basso), oboe, sax (alti, tenore e baritono), corni, cornette, trombe, flicorno baritono, trombone, euphonium, bombarda, contrabbasso a corde e percussioni. Il risultato è qualcosa di dirompente nel panorama musicale. La precisazione che Holst pose in calce al titolo della sua opera “First Suite in Eb for Military Band” non allude a nessun carattere militare, ma semplicemente vuole porre l’accento sul nuovo organico che andava a distaccarsi da quello della brass band, ovvero da un’orchestra composta da soli ottoni. La First Suite è articolata in tre tempi: la Ciaccona nella quale il tema che è presentato dalla sezione grave all’inizio del brano viene riproposto da ogni sezione strumentale in ben 15 variazioni, ottenendo così un brano di carattere maestoso ricco di colori e articolato; l’ Intemezzo costruito sulle prime cinque note della Chacona, è una pagina dal carattere più fresco ed energico; inizio quasi nervoso che sfocia in un tema a valori larghi portato avanti da clarinetto e poi tromba; il finale è contraddistinto da un ritmo incalzante e dal carattere quasi scherzoso; March è la forma per eccellenza che si adatta all’orchestra di fiati; qui possiamo ascoltare l’esposizione di carattere marziale, il trio più disteso, la ripresa maestosa caratterizzata da un pesante dialogo tra tutte le sezioni strumentali e un finale grandioso. Si continuerà con una pagina originale di Michele Mangani “Spirit of Freedom” , dalla linea semplice e comunicativa ,e gran finale con una delle più celebri opere di Edward Elgar Pomp &Circumstance march nr.1 op.39 che ebbe enorme successo in vita e una miriade di riconoscimenti e titoli assegnatigli dalla corona britannica proprio per le Marce di Pomp and Circumstance, così chiamate da un passo dell’Otello di Shakespeare. La prima delle cinque marce, quella che ascolteremo, è ancor oggi molto popolare soprattutto oltre Manica. Le sue potenzialità furono subito riconosciute da Elgar che scrisse: “Ho una melodia che li metterà tutti stesi al tappeto”. Poco dopo la sua composizione, infatti, fu chiesto all’autore di adattare la Marcia Solenne alle parole di un’ode celebrativa della gloria nazionale scritta da Arthur Christopher Benson, per creare un pomposo inno da eseguire durante l’incoronazione di Edoardo VII.