Il dottor Aiello: “I vaccini antinfluenzali non si trovano nelle farmacie” - Le Cronache
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Il dottor Aiello: “I vaccini antinfluenzali non si trovano nelle farmacie”

Il dottor Aiello: “I vaccini antinfluenzali non si trovano nelle farmacie”

di Andrea Orza “La confessione del farmacista salernitano Paolo Aiello sull’emergenza Coronavirus e la riflessione in diretta del bombardamento virale che ha coinvolto l’intera popolazione mondiale.” Non è uno slogan da film apocalittico ma una realtà ormai vissuta tutti i giorni tra le mura della prestigiosa Farmacia Aiello, in Via Mercanti nel cuore della città di Salerno. Com’è stato vivere la paralisi totale agli inizi della pandemia? “Mettendo a confronto lo strazio dei primi mesi e il pressappochismo di oggi mi accorgo che il problema ancora non viene percepito come dovrebbe. In parte perché la città di Salerno è stata per lungo tempo lontana dal picco rispetto ad altre aree. Ma non possiamo di certo aspettare che il virus si vivacizzi per darci una regolata. Il privato non capisce fino in fondo, io personalmente ho vissuto il periodo peggiore dell’emergenza come una trincea, specie quando si sono avute notizie di altri colleghi della zona che hanno contratto il Covid e quindi il flusso dei clienti si è riversato su di noi. È stato come vivere una guerra e sentirsi circondati da pallottole invisibili che si muovono senza poter fare niente se non continuare a fare il proprio dovere. Molti di noi hanno anche pensato all’eventualità di promuovere un servizio online, ma la mia posizione resta contraria. Il cliente che viene da me è anche un paziente e come tale merita un trattamento in sicurezza che anche il miglior customer service digitale non potrebbe assicurare. La figura del farmacista viene spesso screditata e mi auguro che i sacrifici della quarantena abbiano fatto riflettere sulla nostra posizione tanto di supporto quanto indispensabile al sistema sanitario.” Il vaccino antinfluenzale ai tempi del Covid-19. “I vaccini antinfluenzali, Coronavirus e tamponi non viaggiano sugli stessi presupposti. La vaccinazione antinfluenzale è una misura cautelare che contrasta l’incombere dell’influenza. È buona regola che chi ne ha necessità, abbia occasione di farla ogni anno perché l’influenza ha un tasso di mortalità elevato. Se prendiamo in considerazione un migliaio di anziani, circa l’otto per certo di questi possono non riuscire a superare la malattia. È vero che molto spesso le persone si dimostrano scettiche ma per noi specialisti resta un buon consiglio da dare, specie nei periodi di debolezza immunitaria, in questo caso d’inverno. Quindi in momenti come questi, dove l’emergenza Coronavirus crea pressioni sull’equilibrio dell’individuo, assumere un atteggiamento critico nei confronti dei vaccini, è la scelta più sbagliata. Questo 2020 ha spinto la maggior parte della popolazione al timore di morire e chi è del mestiere ha dedotto che il vaccino antinfluenzale può essere una manna dal cielo e impedire la risalita pandemica. I sintomi del Nuovo Virus sono ormai conosciuti ai più e quando si inizia a percepirne l’arrivo, la paura non fa che acuirsi. La possibilità di fare il vaccino permetterebbe di distinguere chi ha contratto il Covid-19 da chi invece subisce la debilità stagionale come ogni anno. Il vaccino oggi è richiesto più che in passato, ma non si trova in vendita. L’ASL da una parte ha opzionato tutti i vaccini in produzione e quindi se ce ne saranno in avanzo sarà possibile che tornito in commercio nelle farmacie.” Le norme sanitarie antiCovid sono sufficienti? “La guerra al Covid-19 ha coinvolto tutti e dalle ultime notizie si scopre con dispiacere che può colpire anche i più giovani. Cosa fare? Da un punto di vista epidemiologico, sembra che mascherine e guanti siano l’occorrente essenziale e possano bastare, se indossati con accortezza e rispetto del prossimo. Fin quando non si conosceranno tutti i misteri del virus bisognerà sempre scendere a patto con la possibilità di ammalarci e la necessità di continuare le nostre routine quotidiane. L’alternativa altrimenti sarebbe non vivere. Le normative pandemiche riducono i contatti e al momento si attendono notizie che confermino la ragionevolezza di quanto stiamo facendo insieme, nel bene e nel male. Perché l’infrazione alla regola fatta dal singolo viene pagata dalla comunità e questo è un prezzo troppo alto.”