Il Consiglio comunale aliena tutto. De Luca: «O vendiamo o falliamo» - Le Cronache
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Il Consiglio comunale aliena tutto. De Luca: «O vendiamo o falliamo»

Grandi magazzini Salerno. Si aliena. Si aliena il comparto piazza Mazzini – piazza della Concordia, si aliena via Vinciprova, si aliena l’area dell’ex cementificio, si aliena la zona dell’ex campo Volpe. Passa con 21 voti favorevoli, 8 contrari (tra cui quello di Emiliano Torre di Sel) e una astensione (Anna Ferrazzano) la proposta di delibera di aggiornamento del piano delle alienazioni del Comune di Salerno. IlConsiglio comunale, dunque, dopo alcune ore di discussione si schiera, come facilmente preventivabile, dalla parte della vendita di alcune aree cittadine.
Salerno è sull’orlo del dissesto, si deve vendere. E se a dirlo è Vincenzo De Luca durante il suo intervento, che finalmente ha fatto il punto sullo stato finanziario delle casse comunali, la situazione è seria. «Dobbiamo fare soldi perché non abbiamo nemmeno più un euro – ha affermato il primo cittadino – Con gli ultimi tagli previsti dal Governo, ammontanti a 2,5 miliardi di euro, o tagliamo i servizi, o tagliamo le manutenzioni, o ci inventiamo altre forme per trovare alcune risorse. Quando abbiamo chiesto quale potesse essere l’alternativa, l’opposizione del nulla ci ha risposto di chiudere il Teatro Verdi. Per me dire che c’è un problema di cassa non crea alcuna difficoltà. Oggi (ieri per chi legge, ndr) non decidiamo alcun progetto, ma semplicemente inseriamo nell’elenco dei beni disponibili all’alienazione, alcuni immobili ed aree che, come piazza Mazzini e via Vinciprova, hanno bisogno di essere organizzate urbanisticamente. Quel che è certo – afferma De Luca – è che non daremo permessi a costruire porcherie. Gli interventi dovranno avere grande qualità architettonica. Se i progetti rispondono a questa esigenza bene, altrimenti non si approvano». E a chi parla di cementificazione, De Luca replica: «Siamo gli unici ad avere nel piano regolatore, la norma perequativa. Noi siamo quelli che hanno fatto le maggiori demolizioni a Salerno». Ma la preoccupazione di Vincenzo De Luca è un’altra, ovvero quella che «queste aree non le compri nessuno, con questi chiari di luna. Probabilmente, non si concretizzerà niente».
Il caso piazza della Concordia. Piazza della Concordia non si vende. Almeno a detta di Mimmo De Maio, assessore all’urbanistica, e del sindaco De Luca. «E’ un bene demaniale – afferma il primo cittadino – come facciamo a venderla. Sono solo palle, basta informarsi meglio». Eppure, anche nel prospetto allegato alla delibera, la storica piazza è compresa nel comparto piazza Mazzini (dove ci sarà la possibilità di costruire anche palazzi a più piani). Ma secondo l’assessore De Maio, tutto questo non c’entra: «Piazza della Concordia non si vende – dice – E’ sì ricompresa nella planimetria totale, ma non è tra le aree in cui si potrà intervenire se non in termini di riqualificazione».
E il progetto delle Vele previste proprio nell’area della piazza? Quando il consigliere Antonio Cammarota pone la domanda, l’attesa della risposta è vana.

 

Piazza Mazzini: l’opposizione si ribella, la maggioranza glorifica. L’alienazione del comparto piazza Mazzini – piazza della Concordia ha trasformato il Salone dei Marmi del Comune di Salerno in una vera e propria arena. Da un lato, l’opposizione, strenua, al provvedimento da parte dei consiglieri Roberto Celano e Raffaele Adinolfi; dall’altro l’armata De Luca, quella della città «sempre più appetibile e gradevole».
Durissima la posizione del consigliere Roberto Celano che, nel corso del proprio intervento, ha anche lanciato l’idea di coinvolgere la cittadinanza in questa importante scelta per la città, tramite l’indizione di un referendum popolare sulla possibilità di costruire nelle aree inserite nel piano delle alienazioni. Di deliberazioni «inverosimili e lesive degli interessi della città» ha infatti parlato Celano che ha ribadito come l’amministrazione comunale intenda «continuare a svendere la città per agevolare le incresciose speculazioni edilizie. Porteremo la protesta tra la gente e tenteremo con ogni strumento di informarla , di chiarire a tutti che, pur di resistere e per tentare di ripianare buchi di bilancio, state scegliendo di svendere la città e di edificare tutti gli spazi possibili».
Sulla stessa scorta la posizione del collega Adinolfi che ha ricordato come poco chiari siano gli aspetti inerenti i diritti edificatori. Questi ultimi, in sostanza, con il coinvolgimento anche dell’area dell’ex cementificio, dove ora sorge un parcheggio: «Scaricare completamente i diritti edificatori al centro – ha detto Adinolfi – significa “spostare” i cittadini ed intasare la zona e la viabilità, già seriamente compromessa».
Anche il consiglier Paky Memoli ha criticato la scelta di alienare «i nostri patrimoni». Posizione assunta anche dal consigliere di Futuro e libertà, Antonio Cammarota, che ha ricordato come, soprattutto la zona di piazza della Concordia, rappresenti «l’identità della città di Salerno». L’opposizione, dunque, compatta nel dire di no al provvedimento, anche se, come hanno specificato più volte, le aree da alienare non fossero state racchiuse tutte all’interno di un solo punto all’ordine del giorno, avrebbero votato favorevolmente alla vendita di alcune e negativamente alle altre.
Ci ha pensato l’opposizione a perorare la causa dell’alienazione del comparto di piazza Mazzini – piazza della Concordia e dell’area dell’ex cementificio (sono in sostanza quelle che hanno rappresentato il pomo della discordia). Tutti i consiglieri di maggioranza intervenuti, da Mimmo Galdi, passando per Luigi Bernabò, passando per Salvatore Telese, Raffaele Della Valle, Angelo Caramanno e finire a Marco Petillo, hanno sottolineato come «Salerno è una città che è cresciuta a dismisura» – come ha detto il consigliere Angelo Caramanno. «Salerno – ha affermato invece Bernabò – è sempre più appetibile e gradevole. Andiamo ad attaccarci sotto la Regione perché non parte la metro, anziché fare inutili polemiche». Poi, Della Valle, secondo il quale, con il provvedimento di alienazione «Salerno sceglie il suo futuro, non batte cassa, perché questa non è una vendita ma un miglioramento».

 

Il purtroppo no  di Zitarosa. Da ieri, tra le dichiarazioni di voto, in Consiglio comunale, sarà annoverata anche quella del “purtroppo no”. La nuova formula di votazione è stata introdotta dal consigliere Pdl Giuseppe Zitarosa. Chiamato alla votazione sul provvedimento inerente l’alienazione di alcune aree cittadine dal segretario Ornella Trotta, e dopo aver precedentemente tessuto le lodi del sindaco De Luca, il consigliere Zitarosa ha risposto con uno spiazzante «purtroppo no». Una votazione che nasce, come spiegato dallo stesso Zitarosa nel suo intevento, dal fatto che «pur essendo favorevole all’alienazione delle altre aree, non lo sono con quella di piazza Mazzini». 

 

Quattro accoltellati in una sola sera, ma per Della Valle Salerno è città sicura». Evidentemente, quattro ragazzi accoltellati in una sola sera non sono bastati a smuovere il consigliere di maggioranza, Raffaele Della Valle. Durante il suo intervento nella seduta di Consiglio comunale di ieri, infatti, con i quotidiani locali che riportavano a caratteri cubitali la notte di follia vissuta a Salerno sabato, Della Valle ricordando come il provvedimento che si chiamava a votare non fosse «una vendita ma un miglioramento», ha tenuto a sottolineare la grande crescita della città di Salerno che, secondo Della Valle, «è stata resa una città sicura, dove alle due di notte si cammina tranquillamente per strada». Tratto in inganno, probabilmente, dal fatto che un episodio si è verificato prima della mezzanotte e l’altro all’alba. 

 

La diretta streaming è ancora un tabù. Il Consiglio comunale di Salerno in diretta resta, anche per questa volta, un miraggio. Anche ieri, sono state vietate le riprese per la diretta streaming dell’assise comunale. Alle richieste avanzate da una rappresentanza dei Figli delle Chiancarelle e dai consiglieri comunali Celano, Adinolfi e Cammarota, il presidente del Consiglio comunale, Antonio D’Alessio, ha risposto che al Comune «stanno studiando il regolamento». Eppure, non dovrebbe essere troppo complicato dal momento che le riprese televisive delle assisi cittadine di tanti Comuni d’Italia sono già attive e che anche alla Camera dei deputati e al Senato le dirette tv sono cosa quotidiana. 

19 marzo 2013