«Il collega risultato positivo al Covid era già da oltre 20 giorni lontano dal reparto» - Le Cronache
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«Il collega risultato positivo al Covid era già da oltre 20 giorni lontano dal reparto»

«Il collega risultato positivo al Covid  era già da oltre 20 giorni lontano dal reparto»

di Marco Califano

Rassicurazioni sono giunte dal reparto di ginecologia e ostetricia dell’azienda ospedaliera “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno. Dopo le preoccupazioni sollevate dal caso di un medico risultato positivo al corona virus, il primario del reparto di ginecologia e ostetricia Francesco Marino ha rassicurato tutti affermando che il medico in questione non è presente in ospedale da circa 20 giorni. «Il collega ha un figlio che è sceso da Milano – spiega Marino – e così ha deciso preventivamente di mettersi in auto-quarantena, servendosi dei giorni di malattia e così non viene in reparto da una ventina di giorni». Il primario del reparto ha anche spiegato come il collega abbia accusato alcune linee di febbre e, quindi, avrebbe deciso di non presentarsi in ospedale per non mettere a rischio la salute dei pazienti. «E’ dal 13 marzo che non è presente in ospedale» ha continuato Francesco Marino. Inoltre, come ulteriore rassicurazione, il direttore ha dichiarato come al reparto di ginecologia è stata attuata una differenziazione di percorso per le donne gravide che avrebbero potuto contrarre il Covid-19. «Siamo perfettamente attrezzati per fronteggiare un caso di positività nel reparto». Comunque sono stati effettuati test su tutto il personale per rassicurare l’utenza e i quanti lavorano presso il nosocomio salernitano e sono risultati tutti negativi. «Ho sentito il collega questa mattina (ieri mattina ndr) – dice Marino – al momento è in quarantena presso la proprio abitazione e sta bene». Nei prossimi giorni dovranno essere effettuati altri test per tenere sotto controllo l’evolversi della situazione e constatare la possibile guarigione del medico. «Vorrei concludere però – chiude il direttore di ginecologia – dicendo che le misure di restrizione della libertà personale a cui siamo sottoposti sono quanto mai opportune perchè non siamo in grado di far fronte ad una grandissima ondata di contagiati. La strutture del nord sono andate in difficoltà e potrebbe capitare anche a noi. Bisogna restare a casa».