Il Banco di Napoli anticipa: il Comune paga gli stipendi domani - Le Cronache
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Il Banco di Napoli anticipa: il Comune paga gli stipendi domani

La “fumata bianca” è arrivata durante la riunione in Prefettura dedicata al caso Salerno Solidale. Il Comune di Salerno ha ottenuto dal Banco di Napoli lo sblocco dell’anticipazione di cassa necessaria per provvedere al pagamento degli stipendi di aprile dei 1220 dipendenti di Palazzo di Città. Domani mattina, alla riapertura delle banche, verranno accreditati i pagamenti.
«Si tratta di un’anticipazione – spiega Angelo De Angelis della Cgil Funzione Pubblica, coordinatore Rsu del Comune di Salerno – che serve a coprire le spettanze dei dipendenti comunali e che consentirà al Comune di liquidare a Salerno Solidale e Salerno Mobilità le risorse necessarie per procedere al pagamento degli stipendi arretrati. Domani i dipendenti comunali si vedranno accreditare lo stipendio e questa è sicuramente una buona notizia: ma questo non risolve minimamente il problema “a monte” e, soprattutto, non ci dà alcuna garanzia per quanto riguarda il futuro. Come ho già sottolineato ieri non sono giorni di ritardo nei pagamenti accumulati fino ad ora a preoccuparci ma l’assenza di risorse nelle casse comunali».
Il Banco di Napoli ha dunque aperto “parzialmente” al Comune di Salerno, che nei giorni scorsi – attraverso una delibera di Giunta – ha chiesto di poter fare ricorso all’anticipazione straordinaria pari ai 5/12 del bilancio richiesta da Palazzo di Città, ovvero circa 70 milioni di euro, “nelle more dell’incasso delle principali entrate dell’ente quale rata acconto Imu, trasferimenti erariali, rata acconto Tares”. Si tratta di un intervento-tampone legato, come confermano le dichiarazioni dello stesso De Angelis, solo ed esclusivamente alla soluzione dell’emergenza. 
«La copertura dello stipendio di aprile non risolve nulla per quanto riguarda il futuro – commenta – ed è per questo che abbiamo confermato senza alcun indugio l’assemblea generale di tutti i dipendenti del Comune per venerdì alle 8. Ci riuniremo a Piazza Amendola, lì faremo il concentramento. Palazzo di Città, infatti, continua a negarci la disponibilità del Salone dei Marmi. E’ una decisione inspiegabile che non intendiamo accettare: la nostra sede è il Comune, negarci il Salone dei Marmi viola i diritti dei lavoratori. L’Amministrazione comunale concede il Salone a tutti, perché noi veniamo esclusi? E’ un nostro diritto sacrosanto discutere delle problematiche che ci riguardano sul posto di lavoro. Che il sindaco se lo metta bene in testa».
Resta alta, dunque, la tensione tra sindacato e primo cittadino: la soluzione-tampone che consente il pagamento degli stipendi di aprile non basta ad “ammorbidire” la posizione di irrigidimento dei lavoratori.
«Pagare domani ci consente solo di risolvere i problemi “immediati”, quelli correnti per ogni famiglia – commenta De Angelis – ma dalla busta paga di aprile abbiamo ricevuto ben altri regali. L’80 percento dei dipendenti, attraverso la revoca unilaterale del contratto decentrato, si vede da questo mese ridotto lo stipendio di un ulteriore dieci percento rispetto al taglio che già avevamo subito. Il fatto vergognoso, al di là del nuovo taglio che subiamo in modo unilaterale e senza alcuna discussione tra le parti, è che questa riduzione non colpisce il restante 20 percento: a chi mi riferisco? Ai dirigenti ai dipendenti con posizione organizzativa, agli assessori, ai consiglieri e al segretario comunale: questo 20 percento non subirà alcuna riduzione. Questa è un’azione di disparità nei confronti dei dipendenti che non accettiamo. Parleremo anche di questo venerdì, durante l’assemblea: vogliamo conoscere il destino del Comune e il nostro. Perché De Luca continua a negare ogni possibilità di dialogo con le organizzazioni sindacali? Perché non ci informa della situazione del bilancio del Comune? Queste domande – conclude De Angelis – gliele porremo venerdì, in piazza, con tutti i dipendenti».

 

Per Celano la situazione è “scandalosa e preoccupante”. Le condizioni economico-finanziarie del Comune di Salerno «suscitano sdegno e preoccupazione». Roberto Celano, consigliere comunale di Fratelli d’Italia, entra in scivolata sulla questione-stipendi a Palazzo di Città e parla di situazione «evidentemente precaria».
«Il finanziamento di sprechi e megalomanie di qualcuno, cui si è proceduto per molto tempo – commenta Celano – oggi si ripercuote con tutta evidenza sulla difficoltà di assicurare i servizi sociali, i servizi essenziali e perfino di pagare gli emolumenti ai dipendenti comunali. L’amministrazione comunale, per poter almeno procrastinare di qualche mese una situazione che appare disperata e difficilmente superabile, conta di avvalersi delle possibilità concesse dalle nuove disposizioni normative».
Celano evidenzia, in una nota, la decisione del Comune di deliberare il ricorso ad ulteriori 2/12 di anticipazione di Tesoreria come consentito dalle ultime novità legislative.
«Nel mentre però altri Enti, anche della nostra provincia, hanno potuto usufruire nell’immediato di tale disponibilità – spiega Celano – non avendo avuto alcuna controindicazione o resistenza dal Tesoriere, il Comune di Salerno, pur avendo eseguito rapidamente la procedura richiesta, non riesce ad accedere alla disponibilità delle risorse. E’ palese che le difficoltà poste dal Banco di Napoli, di recente divenuto tesoriere dell’Ente, non possono derivare da indicazioni dell’Abi, come da indiscrezioni giornalistiche, che altrimenti avrebbero riguardato tutte le banche che forniscono servizio di tesoreria».
Secondo Celano «le titubanze del Tesoriere andrebbero ricercate in eventuali anomalie riscontrate nell’utilizzo perpetrato per anni delle anticipazioni di tesoreria. L’utilizzo delle somme a specifica destinazione da parte dell’Ente vincola una quota corrispondente dell’anticipazione di tesoreria. I consiglieri di minoranza, avendo ravvisato un preoccupante squilibrio nella gestione residui per la parte capitale, avevano informato di possibili anomalie anche la dirigenza del Monte dei Paschi di Siena, precedente tesoriere, oltre che la Procura Generale della Corte dei Conti. La significativa differenza tra le poste creditorie e debitorie lascerebbe presupporre un considerevole utilizzo di somme a vincolo di destinazione per il pagamento di spese correnti. A seguito di tale utilizzo – continua Celano – il comune avrebbe dovuto tuttavia vincolare una quota corrispondente dell’anticipazione di tesoreria e con i primi introiti avrebbe dovuto, poi, immediatamente ricostituire la consistenza delle somme vincolate utilizzate a copertura delle spese correnti».
Secondo Celano la differenza metterebbe in dubbio il rispetto del limite massimo per l’utilizzo dell’anticipazione previsto dalla legge nei 3/12 delle entrate correnti accertate nel penultimo anno precedente rispetto ai primi tre titoli delle entrate ed esteso ai 5/12 fino al mese di settembre 2013 da recenti normative.
«Non vorremmo che il Banco di Napoli – denuncia Celano – rifiutasse di consentire l’utilizzo di ulteriori anticipazioni presupponendo di non avere evidenza di fondi a specifica destinazione spesi come se fossero “somme disponibili” e ritenendo eventualmente che il Comune abbia già sforato il limite massimo di anticipazione consentito».
Celano si augura «un accurato esame anche da parte dei Revisori dei Conti per verificare il corretto utilizzo delle anticipazioni e per evitare che l’eventuale perdurare di anomalie nell’utilizzo di fondi vincolati possa pregiudicare definitivamente la situazione finanziaria dell’Ente».

 

1 maggio 2013