Ideal Standard: “Nel reparto l’aria diventava irrespirabile”. La nuova denuncia - Le Cronache
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Ideal Standard: “Nel reparto l’aria diventava irrespirabile”. La nuova denuncia

Ideal Standard: “Nel reparto l’aria diventava irrespirabile”. La nuova denuncia

di Andrea Pellegrino

«In alcune ore del giorno l’aria diventava irrespirabile nel reparto». Il racconto è di un nuovo operaio dell’ex Ideal Standard andato in pensione un anno prima della chiusura dello stabilimento. Luigi Senatore è stato il capo del reparto “colatura” dell’opificio. Il reparto più grosso (circa 100 operai) dove «sono passati quasi tutti, prima di essere trasferiti in altri reparti». «Qui – racconta – si faceva la gavetta ma si era anche a contatto con determinati materiali». Come il “talco” finito al centro delle «indagini» che gli ex operai stanno conducendo insieme al legale Anna Amantea per stabilire la pericolosità di alcune materie utilizzate ed ottenere il riconoscimento dei benefici economici e contributivi per quanti sono stati esposti all’amianto. Questo anche alla luce di quanti ci hanno lasciato la vita (circa 60) a causa di malattie tumorali, alcune di loro riconducibili proprio all’amianto. «In quel reparto – dice Senatore – respiravamo sicuramente il talco, utilizzato come “distaccante” ed “isolante” sia in polvere che liquido. Inoltre si pensi che in quelle stanze, sia d’inverno che d’estate la temperatura raggiungeva i 28 gradi con una elevata gradazione di umidità. Lavoravamo con pantaloncini corti e magliette a mezza manica». Ma ad alzare le polveri di talco e dell’impasto ceramico c’erano anche i ventilatori ed «un impianto che si metteva in moto di continuo, i cui motori poggiavano sul tetto tagliato di eternit». «L’intera copertura dello stabilimento – ribadisce Senatore – era in eternit, in alcune parti tagliato». A confermare ciò è anche Antonio Piccolo, chimico del reparto smalti. Qui, secondo i dati, ci sarebbero stati il maggior numero di decessi per cause tumorali. Un reparto piccolo (15 dipendenti in tutto) che avrebbe pagato il prezzo maggiore, in termini di vite umane. «Toccavamo tutti i materiali – dice Antonio Piccolo – a partire dai componenti per l’impasto, al talco, fino ai colori. Insomma eravamo a contatto con tutte le materie che venivano controllate solo per quanto riguarda la loro compatibilità alla buona riuscita del lavoro. Ma certamente non sapevamo se questi elementi erano o meno nocivi per la salute. Parlo, dunque, di argilla, zinco, feldspato e talco. Di sicuro il nostro reparto ha visto il maggior numero di vittime (in proporzione) per tumori tra gli ex operai dell’Ideal Standard». Antonio Piccolo, così come Luigi Senatore, è tra coloro che non sono stati richiamati dalla nuova società (Sea Park) per lo smantellamento dell’opificio della zona industriale. In particolare Piccolo è stato trasferito a Pordenone, dove ha proseguito il suo lavoro sempre all’interno di uno stabilimento Ideal Standard mentre Senatore è andato in pensione. Piccolo ha fatto istanza all’Inps per essere riconosciuto come lavoratore esposto all’amianto. Ma la sua domanda non è stata accettata perché «presentata fuori termine». Ma come gli altri è pronto a proseguire la sua battaglia. Il ricorso degli ex operai si discuterà a gennaio mentre lunedì ci sarà la nuova udienza del processo Sea Park, quello che vede come imputato l’ex sindaco ed attuale governatore della Campania Vincenzo De Luca. Si dice che prossimamente (forse anche lunedì) De Luca potrebbe essere presente in aula a Palazzo di Giustizia.