I tre violinisti Gibboni tra Bach e Paganini - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

I tre violinisti Gibboni tra Bach e Paganini

I tre violinisti Gibboni tra Bach e Paganini

I giovanissimi fratelli Annastella, Donatella e Giuseppe, accompagnati al pianoforte dalla madre Gerardina Letteriello saranno ospiti, questa sera, della XIX edizione dei Concerti d’Estate di Villa Guariglia in tour firmata da Antonia Willburger

 

Di OLGA CHIEFFI

Protagonista assoluto di questo appuntamento della XIX edizione dei Concerti d’Estate in Tour, firmati da Antonia Willburger, che avrà inizio alle ore 21, sarà il violino virtuoso e funambolico dei fratelli Gibboni, Annastella, Donatella e Giuseppe, accompagnati al pianoforte dalla loro madre Gerardina Letterieillo. La serata verrà inaugurata dalle sorelle Annastella e Donatella che proporranno la Passacaglia con la sua doppia attribuzione ad Haendel e Halvorsen celebre brano virtuosistico per violino e viola, pubblicato dal compositore norvegese Johan Halvorsen nel 1894 sulla base dalla suite clavicembalo in sol minore (HWV 432) di Georg Friedrich Händel datato 1720. Il “tema” è una breve sequenza di quattro misure di otto accordi un ritmo puntato che genera una serie di variazioni emozionanti in un tour de force di invenzione musicale. A seguire, ribalta per il violino di Donatella, che ci donerà il Preludio della Partita n°3 in Mi Maggiore per violino solo, BWV1006 che Johann Sebastian Bach compose nel 1720. Il Preludio è una pagina severa, solenne fortemente marcata nel ritmo, elaborato come sinfonia della cantata Herr Gott, Beherrscher aller Dinge. Si passerà, quindi, al Paganini dei Capricci, dedicati “Alli artisti” ovvero ai professionisti in grado di cimentarsi con le arditezze dello spartito. Inizierà Annastella con il Primo Capriccio in Mi Maggiore, caratterizzato dagli ampi arpeggi balzati, con l’archetto che volteggia elastico, sinuoso e senza sosta sulle corde, secondo le leggi di una vorticosa leggerezza. Entrerà in scena Giuseppe, per l’esecuzione del n°5, che apre e chiude con una funambolica cadenza in La minore, composta di formidabili scalate in arpeggi, sempre più verso l’acuto, fino a coprire l’ambito di quattro ottave. Donatella ha, invece, scelto il tredicesimo capriccio in Si Bemolle maggiore, un Allegro in cui una discesa di terze cromatiche in “staccato volante”, pare imitare lo scoppio di una “risata”, il n°16, in Sol minore, uno straordinario morceau de bravoure, immerso in un bagno romantico allucinato e il 24, in La minore, una summa di bizzarre difficoltà all’insegna del sempre valevole motto locatelliano “Facilis aditus, difficilis exitus”, sul tema de La follia, con le sue undici variazioni e il pirotecnico finale. Annastella e Gerardina Letteriello si incontreranno, invece, sull’Allegro Maestoso d’apertura del Concerto n°1 op.6 in Re maggiore, pubblicato da Niccolò Paganini nel 1851, caratterizato da un avvicendarsi continuo di virtuosismo dirompente e cantabilità diffusa. Brillantezza, eleganza, intelligenza e finezza interpretativa precisione tecnica, bellezza del suono e musicalità sono le caratteristiche di Jascha Heifetz, che saranno evocate da Giuseppe nella celeberrima Ave Maria di Franz Schubert, per continuare con “The Flight of the Bumblebee”, il terzo episodio dell’opera “La favola dello Zar Saltan”, composta fra il 1899 e il 1900 da Nikolaj Rimskij-Korsakov, che volerà con una velocità tale da ronzare fino alle orecchie della platea. In scena quindi, per il Preludio e la Romanza dei Five pieces di Dmitrij Sostakovic per due violini e pianoforte, Annastella e Donatella, alle prese con il Preludio e la Romanza, pagine di romantica intensità. Immaginose ed ardue le sei variazioni sull’Inno “God save the Queen”, realizzate da Paganini nel 1829, con cui il giovanissimo Giuseppe e Gerardina Letteriello chiuderanno la serata tra tremoli legati, suoni armonici e arpeggi a specchio balzati e l’ammirazione della platea.