I sindaci della Costiera Amalfitana scrivono al premier Conte «Oltre alla sicurezza sanitaria dobbiamo garantire quella economica» - Le Cronache
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I sindaci della Costiera Amalfitana scrivono al premier Conte «Oltre alla sicurezza sanitaria dobbiamo garantire quella economica»

I sindaci della Costiera Amalfitana scrivono al premier Conte «Oltre alla sicurezza sanitaria dobbiamo garantire quella economica»

I sindaci della Costiera Amalfitana scrivono al premier Conte: «Stiamo garantendo la sicurezza sanitaria ma dobbiamo garantire anche quella economica». L’appello è di Giovannino Di Martino, sindaco di Praiano e Presidente della Conferenza di tutti i sindaci della Costiera Amalfitana. «Da una parte – dice il primo cittadino Di Martino – dobbiamo sicuramente garantire l’arginarsi di fenomeni di espansione del contagio e a tale riguardo in Costiera stiamo lavorando ad una task force di esperti come i virologi che possa affiancare le istituzioni locali, dall’altra però è anche compito di ogni amministrazione garantire il rilancio di un’economia basata integralmente sulla risorsa turistica al fine di tutelare l’integrità sociale, educativa e culturale della comunità. Considerato che ogni Comune ha caratteristiche diverse e che gli strumenti per fronteggiare gli squilibri di gestione non possono essere uguali per tutti, occorre che siano messi a disposizione dal Governo centrale un ventaglio di opportunità per gestire nel miglior modo possibile il grave momento storico. Per questo motivo abbiamo, noi sindaci della Costiera Amalfitana, scritto al Presidente del Governo, Giuseppe Conte». Rincara il primo cittadino di Minori, Andrea Reale: «La Costiera rappresenta una situazione unica. Vari comuni non hanno avuto casi di Coronavirus. Il segreto? Immediate le misure preventive. Il lockdown, il confinamento, ha offerto l’opportunità di rafforzare opere di tutela ambientale dei canali fluviali e delle acque fluviali a mare a vantaggio della sedimentazione delle meravigliose spiagge». «Al Governo – ha proseguito Di Martino – chiediamo di riconoscere, per il triennio 2020-2022, a ciascun Comune, la quota Imu pari al 7,60% degli immobili di categoria D riservata allo Stato .Tale entrata, in forza del principio di territorialità, ritornerebbe nell’ambito di competenza dell’ente di appartenenza e comporterebbe un incremento delle entrate. Di escludere dall’obbligo di pagamento, unitamente alla quota capitale dei mutui Mef, anche la quota capitale degli altri mutui dell’ente per le annualità 2020. Abbiamo chiesto di rimuovere i vincoli di destinazione a quelle tipologie di entrata che sono già notevolmente pregiudicate nel loro realizzarsi come i proventi derivanti da violazioni al codice della strada, imposta di soggiorno, concessioni edilizie, al fine di poter utilizzare quanto vincolato nell’avanzo di bilancio. Abbiamo chiesto di poter utilizzare quote di avanzo di amministrazione con la possibilità di destinare tali risorse ad interventi necessari ad attenuare la crisi del sistema economico. Prevedere inoltre il fondo anticipazione liquidità per gli enti locali senza porre interessi a carico dell’Ente. Chiediamo di prevedere agevolazioni fiscali a vantaggio degli Enti e di conseguenza degli utenti, anche un fondo di 150.000 euro per tutti i Comuni al di sotto dei 5000 abitanti e di 250.000 euro per i Comuni che hanno più di 5000 abitanti a titolo di parziale ristoro del minore gettito derivante dalle entrate extra – tributarie legate alla risorsa turistica».