I ritmi latini di Horacio "El Negro" Hernandez - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

I ritmi latini di Horacio “El Negro” Hernandez

I ritmi latini di Horacio “El Negro” Hernandez

Domenica nel segno delle percussioni con Tullio De Piscopo al teatro Augusteo e il progetto Italuba, insieme alla festa brasiliana di Carlo Lomanto al Modo

 Di OLGA CHIEFFI

Domenica nel segno dei grandi drummers, questa, con Tullio De Piscopo al Teatro Augusteo, ospite del Salerno Jazz Festival del Conservatorio “G.Martucci” e il batterista cubano Horacio “El Negro” Hernandez con la sua navigata formazione “Italuba” sul palcoscenico del Modo di Gaetano Pappacena. Horacio “El Negro” Hernàndez, batterista straordinario, compositore improvvisatore, leader di un quartetto nato a Cuba e con sede in Italia – è uno dei talenti più freschi e originali del nuovo Latin jazz fusion. Il progetto mostra la sua innata abilità di riempire di energia un universo sonoro incredibilmente ricco e ampiamente accessibile. Voci brillanti, melodie fluide e ritmi potenti che avevano caratterizzato il primo disco degli Italuba, El Negro, il trombettista Amik Guerra, il tradizionale quanto innovativo tastierista Ivan Bridon Napoles e specialmente il fondamentale bassista Daniel Martinez Izquierdo – tre giovani cubani che si sono trovati a Torino negli anni ’90 – si dilettano in uno spirito creativo che sfocia in una musica gioiosa e spesso romantica. Tra le pagine più amate “Last Minute”, le fanfare celebrative di “Te Prima”, il ritmo sincopato di “Mr.”, e l’armonia di “Meridien”. “Quando noi quattro ci ritroviamo insieme è una specie di workshop – spiega El Negro – Ognuno porta le proprie idee e usiamo tutto per costruire le canzoni. Ma quello che mi lascia sbalordito è il modo in cui le interpretiamo. Abbiamo raggiunto un punto in cui lasciamo che la musica suoni noi, invece di essere noi a suonare la musica”. La sua batteria ha uno stile unico, unendo il gusto folklorico al groove del jazz contemporaneo, del pop e del rock è veloce e sapiente, implacabile nelle propulsioni eppure colorita da un mare di accenti, che incanteranno il pubblico del Modo. In prima pedana passaggio in Brasile e precisamente in casa de Moraes, con una festa alla quale ci inviterà Carlo Lomanto chitarrista e cantante, unitamente alla vocalist Gerardina Tesauro, Francesca Masciandaro al flauto e Antonio Montuori alle percussioni, i quali dipingeranno un affresco musicale, affatto composto da sfrenatezze carioca, “dalla samba” o da quella “non-drammaticità”, di pur delicate melodie, che a cavallo tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sono state stravolte in musica da sottofondo, “d’atmosfera”. La cultura musicale di Carlo Lomanto, proporrà una lettura della bossa nova e dei sui ambasciatori, Tom Jobim e Vinicius De Moraes, il poeta, gettando uno sguardo sul repertorio anche meno conosciuto dominandolo con la sua immaginazione armonico-ritmica e intensità di improvvisazione, trovandovi momenti di naturale consonanza emotiva fatti di leggerezza e di certo cameratismo confidenziale, legato a filo doppio con la storia.