«Altro che figli di papà, i miei figli sono ragazzi che vivono del proprio lavoro e della professione e non di politica politicante». Vincenzo De Luca replica a Matteo Richetti. Ieri nel corso del collegamento con Radio Crc, il governatore della Campania, dopo giorni di silenzio, è sceso in campo nella partita legata al congresso nazionale del Partito democratico. «Ci sono una serie di personaggi – dice – che cercano di farsi pubblicità gratuita strofinandosi su De Luca perché sono una tale nullità che se non litigano con me non se ne accorge nessuno». «Il Pd – prosegue riferendosi alle accuse di Richetti – vive una situazione seria, grave, che chiede un’analisi seria che non è stata ancora fatta. Se io dovessi spiegare a un cittadino normale per quale motivo abbiamo perduto, come Pd, la metà dei voti in pochi anni io non saprei cosa dire. Premesso che il Pd, in qualche modo, ha salvato l’Italia perché la situazione era drammatica e potevamo fare la fine della Grecia, ci sono state anche decisioni che un poco alla volta ci hanno fatto perdere consenso: mondo della scuola, mondo della Pubblica amministrazione, codice degli appalti, riforma delle Province. Poi i due temi centrali: sicurezza e lavoro. Io cerco di affrontarli ma i dirigenti nazionale sempre sordi». Poi il sostegno a Marco Minniti, prossimo alla candidatura alla segreteria nazionale del Pd. «Ha fatto un lavoro intelligente sulla migrazione. Ma dobbiamo affrontare il problema della sicurezza urbana altrimenti ci separiamo dalla gente normale». Intanto da Roma arriva lo stop al doppio incarico di presidente di Regione e commissario alla sanità. E’ quanto prevede una delle bozze del decreto fiscale, non ancora definitiva. Il governo reintro duce, dunque, l’incompatibilità tra la carica di presidente di Regione e quella di commissario alla sanità. Cariche che in Campania sono ricoperte entrambe da Vincenzo De Luca e nel Lazio da Nicola Zingaretti. L’incompatibilità tra le due cariche era stata eliminata esattamente due anni fa, con il via libera a un emendamento alla legge di bilancio che dava la possibilità ai governatori di ricoprire l’incarico di commissari alla sanità in tutte quelle Regioni dove il comparto è commissariato per motivi contabili. Quella norma fu ribattezzata “pro De Luca” perché, poco dopo l’approvazione della legge di Bilancio, il presidente della Regione Campania De Luca fu nominato commissario ad acta per il risanamento della sanità regionale. Il governo M5s-Lega aveva già tentato di introdurre lo stop al doppio incarico nel testo originario del decreto per Genova ma la norma era poi stata stralciata.
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