I dipendenti non percepiranno gli arretrati che gli spettano - Le Cronache
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I dipendenti non percepiranno gli arretrati che gli spettano

I dipendenti non percepiranno gli arretrati che gli spettano

di Pina Ferro

Gli operatori di tutte le case di cura private non percepiranno tutti gli arretrati che spettano loro. Una vicenda destinata a finire in Procura così come ha preannunciato Rolando Scotillo della Fisi – Usae il quale ha sottolineato che i sindacati Cisl e Uil avrebbero0 firmato un accordo per i pagamenti degli arretrati che danneggiano i dipendenti in quanto non prevede il versamento delle intere somme ma solamente una minima parte. Alla sottoscrizione dell’accordo avvenuto lo scorso 13 maggio non ha partecipato la Cgil. “Infatti, pur avendo la contrattazione nazionale devoluto a livello regionale la quantificazione del dovuto, – si legge in una nota- si è determinato un valore certo dell’avere che è erga omnes (ovvero per tutti) che viene poi ridicolizzato da un accordo ulteriore di una parte delle organizzazioni sindacali firmatarie di contratto e che passa attraverso una conciliazione sindacale(?)”. Ovviamente non si sono fatte attendere le reazioni delle organizzazioni sindacali che non hanno sottoscritto l’accordo e che ritengono che lo stesso vada a ledere i lavoratori delle case di cura private. «La metodologia di Cisl e Uil è insolita – sottolinea Rolando Scotillo della Fisi – Usae – Noi siamo nettamente contrari ed abbiamo consigliato ai nostri associati di rivolgersi ai nostri legali per avere il dovuto e non una elemosina. Molti sono i dipendenti che non hanno firmato la conciliazione e molte sono le strutture che si troveranno due fattispecie: chi ha firmato la conciliazione ed avrà circa 1.800 euro e chi non ha firmato e non potrà non avere nulla. Era una problematica, quella della quantificazione minima del dovuto, da dirimere a livello nazionale e non a livello locale. Tra le altre cose può esserci, nella fretta ad orientare i dipendenti adoperata da Cisl e Uil e parte datoriale, una “forzatura” che può rendere illegittima la conciliazione se denunciata anche a posteriori dai dipendenti. Non è chiaro nemmeno il costo della conciliazione e chi la pagherebbe. Ricordiamoci che tra queste sigle su tale aspetto è già intervenuta la giustizia penale per l’abuso fatto. Se fossi la parte datoriale, al momento, riconoscerei a tutti le somme ed attenderei gli esiti delle cause e non costringerei i dipendenti a firmare conciliazioni in sede sindacale per essere riconosciuto di un diritto già appurato dagli stessi soggetti ad avere somme più alte. Sulla cosa presenteremo esposto in Procura».