I classici secondo Esa Pekka Salonen - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

I classici secondo Esa Pekka Salonen

I classici secondo Esa Pekka Salonen

Wagner, Beethoven e Strauss per il giovane direttore ospite sabato della LXV edizione del Ravello Festival

Di OLGA CHIEFFI

Il Ravello Festival entra nel secondo mese di programmazione con uno degli appuntamenti più attesi dai melomani e per tutti gli amanti della grande musica. Sabato alle ore 20 a salire sul podio del Belvedere di Villa Rufolo sarà uno dei più prestigiosi direttori d’orchestra del nostro tempo, il finlandese Esa Pekka Salonen, tra i più innovativi per la sua straordinaria capacità di rileggere la musica classica attraverso l’uso dei nuovi strumenti digitali. Salonen è attualmente Direttore Principale e Consulente Artistico della Philharmonia Orchestra di Londra, ensemble tra i più quotati del panorama musicale internazionale che lo accompagnerà a Ravello. “La musica classica non è roba per vecchi noiosi” ha più volte detto il maestro che da anni, per dimostrarlo, usa tutti i mezzi che la tradizione e l’innovazione gli mettono a disposizione: dalle esibizioni gratuite alle conferenze, passando per un originale concerto con i suoni delle motociclette (Motorbike Concerto di Jan Sandström), a personalissime riletture dei classici, a nuove composizioni. Nella singolare veste di un “classic dj”, Salonen cerca di avvicinare soprattutto giovani, all’ascolto e alla comprensione della musica. Per il pubblico della “Città della Musica” Pekka Salonen ha scelto un programma di grande respiro, a cominciare dall’Ouverture de’ “Die Meistersinger von Nürnberg”. Il preludio all’atto primo dei “Maestri Cantori”, sintetizza e riassume in espressione musicale, come forse mai accade in altra opera di Wagner, tutto lo spirito e i contrasti dell’azione scenica sino alla finale, solenne celebrazione a lode dell’arte tedesca. Musicalmente il preludio è costruito su alcuni dei temi fondamentali che ritorneranno nel corso dell’opera seguendo i criteri della tecnica dei “Leitmotive”. È dal contrasto di tali melodie che la forma musicale ha vita, e originandosi si articola: ai due temi principali legati alla maestà della Corporazione (scandito il primo in una marcia ostinata e metodica di accordi poderosi, simile il secondo a una squillante fanfara) si intrecciano uno dopo l’altro, con sfumature cangianti, i motivi dell’amore di Walther von Stolzing, cavaliere ardente di vita e di poesia. Dallo sviluppo di questi elementi indotti al massimo della tensione, il tema della Corporazione emerge di nuovo come potenziato, prima di combinarsi con quello in mi maggiore dell’amore di Walther, quasi a rendere esplicita la fusione armoniosa del vecchio e del nuovo, di tradizione e modernità, che avviene con grande solennità alla fine dell’opera. Verrà, quindi, eseguita la Sinfonia n.2 in re maggiore Op.36 di Ludwig Van Beethoven. La pagina si apre con una introduzione, Adagio molto, secondo un uso più famigliare a Haydn che a Mozart. Da questo polo misterioso prende l’avvio l’Allegro con brio basato su una idea proposta da viole e violoncelli imparentata con il nervosismo dell’ouverture delle Nozze di Figaro mozartiane; ma una quantità di altre idee, e talvolta solo di brevi accenni, si stipano nella pagina con quell’entusiasmo costruttivo che distingue la produzione del giovane Beethoven. Anche nel Larghetto successivo è la sovrabbondanza dei motivi che sorprende. Puro ritmo è l’essenza dello Scherzo, di geometrica nitidezza; mentre una vasta ricapitolazione di tutti gli atteggiamenti della Sinfonia è proposta dal finale Allegro molto. Significativa è la scelta di impreziosire ogni esibizione con l’esecuzione integrale del poema sinfonico di Richard Strauss “Also sprach Zarathustra”. “La musica sveglia il tempo” è il titolo di uno degli ultimi lavori letterari di Daniel Barenboim e nell’essenza di questo brano ritroviamo quel filo rosso che è alla base del progetto di Salonen. La via di Richard Strauss, seguita dal giovane direttore è aggiunta in esergo alla sua pagina: “La musica ha sognato per troppo tempo, adesso vogliamo svegliarla. Eravamo sonnambuli: vogliamo diventare sognatori svegli e coscienti per cambiare il mondo”.