Governo irremovibile: l’inceneritore ci sarà - Le Cronache
Attualità

Governo irremovibile: l’inceneritore ci sarà

Governo irremovibile: l’inceneritore ci sarà

di Marta Naddei

L’inceneritore di Salerno si farà. Forse non come era stato previsto qualche anno fa, ma è si è quasi ad un passo dal via libera definitivo alla sua realizzazione. A coordinarla ci sarà un commissario governativo ad “orologeria”, con un incarico semestrale. Alla fine, il Movimento Cinque Stelle, al termine di una lunga notte – in commissione Ambiente e Industria in Senato – si è visto bocciare tutti gli emendamenti presentati al decreto legge 91 contro l’inserimento dell’impianto salernitano di incenerimento dei rifiuti tra le opere di rilevanza strategica del Decreto Competitività. A passare, invece, è stato un emendamento presentato da alcuni senatori del Partito democratico (il capogruppo in commissione Ambiente Caleo e i senatori Cuomo, Capacchione, Sollo, Saggese) con cui, in sostanza, vengono attribuiti, al commissario di Governo, poteri decisori in merito alle eventuali modifiche di carattere tecnologico o relative ad un dimensionamento da apportare all’impianto di Cupa Siglia. Decisioni che dovranno essere assunte a seguito di uno studio di una serie di fattori da parte di colui che sarà chiamato a ricoprire l’incarico: lo stato della raccolta differenziata in atto ed in proiezione previsionale alla data di attivazione dell’impianto; la produzione complessiva di rifiuti; le innovazioni maturate dal punto di vista delle migliori tecnologie utilizzabili. Amarezza è stata espressa dal senatore del Movimento Cinque Stelle, Andrea Cioffi, al termine del lungo dibattito in commissione (terminato intorno alle 7.15 di ieri mattina). «Nonostante il nostro impegno – spiega – non siamo riusciti a convincere il Governo dell’inopportunità di inserire l’inceneritore di Salerno tra le opere di rilevanza strategica del Decreto competitività». E nel ricordare la bocciatura di tutti gli emendamenti presentati, il senatore salernitano ricorda come sia stato approvato solo quello del Pd, che però rappresenta una «foglia di fico» dal momento che «prevede solo la possibilità di apportare modifiche alle caratteristiche tecnologiche e al dimensionamento». «Il non detto – spiega Cioggi – è che nell’impianto di Salerno ci vogliono bruciare le “ecoballe”, e questa è una pazzia. Sarebbe come bruciare una miniera d’oro. Ad oggi 8 milioni di tonnellate di ecoballe, costituite per gran parte di materiale nobile, come plastica e alluminio che potrebbe essere riciclata invece di essere bruciata. La Regione Campania dovrebbe modificare il piano rifiuti per escludere definitivamente l’incenerimento nell’impianto di Salerno e utilizzare le famose “ecoballe”, come una miniera». Nonostante la decisione della commissione congiunta, però, il Movimento promette battaglia «alla Camera dove vi sarà la conversione definitiva», ribadendo come il progetto dell’inceneritore di Salerno sia «scellerato, inutile, dannoso e non sostenibile finanziariamente». Sostanzialmente differente la posizione espressa dai due deputati salernitani del Partito democratico, Fulvio Bonavitacola e Tino Iannuzzi che hanno espresso condivisione per la scelta di modificare «in profondità il decreto 91/2014», sottolineando come si sia trattato di «una scelta giusta e responsabile» perché – in buona sostanza, secondo i due – «si tratta di preliminari valutazioni che devono precedere ogni decisione sulla realizzazione dell’impianto, sul suo dimensionamento, il suo bacino di utenza e sulle sue caratteristiche tecnologiche. Sono stati introdotti adeguati meccanismi per garantire la vigilanza del Comune di Salerno e dei Comuni confinanti sulla realizzazione, attivazione e funzionamento dell’impianto». Insomma, una posizione che stante in questi termini non sembrerebbe assolutamente contraria alla realizzazione dell’inceneritore. Tant’è che il segretario provinciale del Pd, Nicola Landolfi, tramite una nota ha tenuto a precisare la contrarietà del partito alla costruzione dell’impianto e della vicinanza agli amministratori della zona che contro di esso si stanno battendo, invitando ad evitare «forzature in linea a quanto espresso dalle nostre rappresentanze istituzionali».