Gli scempi ambientali e finanziari denunciati da Bottiglieri - Le Cronache
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Gli scempi ambientali e finanziari denunciati da Bottiglieri

Gli scempi ambientali e finanziari denunciati da Bottiglieri

di Michelangelo Russo

E’ apparso l’altro giorno, su queste colonne, un articolo inquietante dell’ex Ingegnere Capo del Comune di Salerno Felice Bottiglieri. Per molti anni dirigente dell’Ufficio più delicato del Municipio, sopravvissuto alle tempeste della politica e al ciclone dell’assolutismo dinastico degli ultimi decenni, gentiluomo con lo stile dell’approccio indolore ai problemi, spesso inascoltato come Cassandra, vive questi anni lunghi della pensione facendo il paladino di Italia Nostra, forse la più antica delle associazioni che si battono per l’ambiente. E’ in questa veste che da oltre due anni l’ingegnere Bottiglieri batte la grancassa dello scandalo per gli scempi ambientali e finanziari (col denaro pubblico) che si stanno consumando nell’area portuale di Salerno. Iniziamo dallo sbandierato progetto di collegamento dal buco di uscita del tunnel che sale dal porto, all’imbocco sull’autostrada per Napoli prospiciente il vallone-cava di pietra di Cernicchiara. Bottiglieri esattamente dice che il Governatore nei mesi scorsi ha offerto ai salernitani due fotografie ortogonali del progetto dei viadotti di collegamento. Non esiste altro! Due foto, incomprensibili. Ma dove sta il progetto, si chiede l’ingegnere? Ha ragione di sospettare che non esista proprio, per cui il buco nella montagna, dal porto all’autostrada, costato oltre 100 milioni di euro, praticamente non serve a niente. (Con 100 milioni di euro si poteva fare Salerno più bella e funzionale, quasi una Montecarlo, a ben pensarci).

Ma l’analisi di Bottiglieri è più approfondita. Parte dall’enormità dei finanziamenti ricevuti dal PNRR per il sistema portuale di Salerno. Sono 120 milioni per Salerno (sono 361 complessivi per i porti di Napoli, Salerno e Castellammare) così divisi: 40 milioni per il dragaggio dell’ingresso, 15 milioni per il prolungamento del molo Manfredi, 50 milioni per le aree retroportuali, quali le aree industriali di Battipaglia e San Severino. Qui il gentiluomo Bottiglieri diventa impertinente, perché osa chiedere come si possano qualificare aree retroportuali San Severino e Battipaglia, che distano dal porto circa 16 chilometri ciascuna. Il tutto senza alcun raccordo amministrativo con comuni totalmente differenti dal capoluogo, che il porto ce l’ha. E allora, quei 50 milioni? Bottiglieri sospetta che siano destinati alle rampe che dal buco su via Moscati, salendo dal porto, si raccorderanno con l’autostrada, sfracellando il panorama di Salerno, nel punto più bello, per i prossimi secoli. Non c’è però, almeno per il momento, da avere paura. Il progetto del raccordo praticamente non esiste! (Ecco probabilmente spiegato come mai il Governatore della Regione ha detto recentemente che il raccordo per ora è rinviato, imputando il ritardo a problemi di fondi). Ma allora, ci dice Bottiglieri, se il raccordo forse non si farà mai, a chi è servita l’immensa spesa di milioni di euro fatta finora? Il gentile ingegnere avanza il sospetto che tutto, alla fine, vada a giovare ad alcuni grossi imprenditori del porto (il dragaggio oltre i tredici metri di profondità sarebbe servito non per le navi da crociera, pescanti non oltre 10 metri, ma per i portacontainer di tonnellaggio oceanico, che ora non possono attraccare). E il buco nella montagna? E’ sicuramente una manna per i container che adesso vengono ammassati nella cava del Cernicchiara, che diventa un deposito portuale proprio accanto all’area paesaggistica del Castello di Arechi. Container al posto del ripascimento ambientale che il titolare della cava dovrebbe fare, e non fa per la giacenza dei grattacieli di container.

Ora, l’Ing. Bottiglieri denunzia con coraggio una serie di incongruità ambientali ed economiche che un tempo avrebbero attirato l’immediata attenzione dei sostituti procuratori di quegli anni felici per la giustizia.

Un testimone come lui ce lo saremmo conteso tra noi P.M. per spremere a dovere le informazioni che poteva darci volentieri.

Nell’anno di grazia 2022 dopo Cristo, non risulta che Bottiglieri sia mai stato chiamato a deporre sulle cose terribili che dice. E’ vero che i giornali sono letti sempre di meno, ma in certi ambienti (Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani, Procura della Repubblica) una sbirciatina ai quotidiani è sempre utile, tanto per capire come va il mondo. Sono stupito, pertanto, dell’occasione mancata sinora di ascoltare un signore che pare proprio voler elencare una serie di falsità, in premessa progettuale, che vanno approfondite.

Facciamo così, allora, signori Pubblici Ministeri! Se non volete sentire proprio l’ingegnere Bottiglieri, allora sentite me. Tutti sanno dove trovarmi. Vi dirò cose che vi strabilieranno, in tema di cave, di tutela paesaggistica e di Regione Campania. Che ha fatto strame, di recente, di due cardini dell’impianto costituzionale dello Stato. La Sovrintendenza BAAS e, udite udite, la Procura Generale della Repubblica di Salerno. Comunque, nella prossima puntata inizieremo a parlarne su queste colonne.

A presto

Michelangelo Russo