Gli alunni della Monterisi in visita a Cronache - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Gli alunni della Monterisi in visita a Cronache

Gli alunni della Monterisi in visita a Cronache

Tanta curiosità e desiderio di apprendere cosa fa e come si diventa giornalisti,  gli stimoli che hanno indotto gli studenti della Scuola Media Monterisi di Salerno, diretta dalla D.S. prof.ssa Concetta Carrozzo,  a far visita al nostro giornale. Accompagnati dalle docenti di Lettere, prof.sse  Laura Bruno e Lucia Tramparulo, eccoli solcare l’ingresso della redazione. Venti ragazzi, tutti della classe 3a/A, si presentano a noi: Salvatore Altieri, Cristiana Autorino, Giuliana Barbato, Armando Barletta, Matteo Giuseppe Benincasa, Barbara Buoninfante, Alessia Carrino, Andrea Castagna, Sara Ciano, Umberto Concilio, Mattia Conte, Francesca Criscuolo, Fabrizio Fabbrini, Antonio Landi, Giorgia Postiglione, Luca Santise, Mattia Lorenzo Santoro, Gerardo Sessa, Carlo Vincenzo Stanzione,  Francescopio Venosi. Occhi sgranati e sguardi attenti ci seguono sino alla stanza del direttore D’Angelo. Presentiamo la redazione e diamo loro le prime indicazione su come si produce il giornale. Le domande non si fanno attendere. “Come si diventa giornalisti. Quali rischi si corrono. Chi è il giornalista freelance. Quando si abbandonerà la carta stampata per passare al solo giornale online”, quelle più ricorrenti. Vogliono proprio sapere tutto, come si stampa il giornale, osservano attenti  in un filmato proposto, l’evoluzione delle rotative,  da quelle primordiali ad inchiostro, a quelle digitali di ultima generazione. Ci accorgiamo che il tempo è trascorso velocemente e che gli studenti della Monterisi devono rientrare a scuola. Ci salutano e ringraziano, tutti collegialmente. Lo fanno con la naturalezza e la spontaneità che contraddistingue i giovani di quell’età. Sono gli uomini del futuro, ormai è frase ricorrente. Ma sono studenti, quelli che desiderano apprendere, che vogliono una scuola sempre attenta alle trasformazioni sociali, che non vogliono rimanere indietro e che, insieme ai docenti, vogliono una scuola meno aggettivata e più propositiva. Questa è la buona scuola che si aspettano.