Giuseppe Giordano, dipendente del Cedisa: «Senza stipendio da sei mesi» - Le Cronache
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Giuseppe Giordano, dipendente del Cedisa: «Senza stipendio da sei mesi»

Giuseppe Giordano, dipendente del Cedisa: «Senza stipendio da sei mesi»

Non riescono più a lavorare serenamente. I quasi sei mesi di mancata retribuzione fanno sentire tutto il loro peso sulle spalle dei dipendenti del Cedisa di Salerno. La storica struttura che dal 1978 offre i suoi servizi alla comunità è in grosse difficoltà, esattamente come la “sorella” di Pellezzano, ovvero la casa di cura “La quiete”, per un totale di circa 100 persone che, ormai, non sanno più come andare avanti. Il “Centro diagnostico salernitano” è stato uno dei primi centri convenzionati in Italia per effettuare gli esami come Tac e risonanza magnetica. L’obiettivo primario del Centro è fornire prestazioni di qualità con l’impiego di personale specializzato e tecnologie di ultime generazioni a basso impatto sul paziente e di massima specificità. Per poter portare avanti un lavoro basato sulla tranquillità sia da parte dei dipendenti che degli utenti è necessario che alla base ci siano le risorse economiche. E questo non si può certo affermare negli ultimi sei mesi, ovvero da quando – tra i continui rimpalli di responsabilità tra la proprietà, l’Asl di Salerno, l’Agenzia delle Entrate ed Equitalia – i lavoratori del centro non percepiscono più il proprio stipendio, nonostante continuino a prestare imperterriti i loro servizi. A farsi portavoce dei forti disagi e dello stato di agitazione che sta attraversando il Centro diagnostico è Giuseppe Giordano, tecnico di radiologia. La questione, in particolare, sta interessando il settore della radiologia: «Stiamo vivendo una situazione alquanto preoccupante – afferma Giuseppe Giordano – La prima questione riguarda il pagamento poiché non ci sono state retribuite sei mensilità. Per ottenere maggiore chiarezza ci siamo rivolti alla prefettura e in base ad alcune notizie fondate su fonti attendibili, abbiamo capito che il mancato pagamento non è dipeso dall’Asl bensì dall’Agenzia delle entrate e da Equitalia. Per capire quale sia il problema di fondo riguardo il fermo degli stipendi, si terrà il 24 ottobre uno sciopero al quale prenderanno parte anche i comparti dei sindacati Cgil e Cisl». Una manifestazione al centro della quale, sottolinea Giordano, ci sarà ovviamente «la sanità», perché «il mondo sanitario non può essere bloccato. Nel nostro centro sopraggiungono un ampio numero di utenti che provengono dalla Calabria, Basilicata e da tutte le parti della provincia di Salerno». Problematiche a cui sta per aggiungersene un’altra che rischia di far esplodere – e al contempo implodere – la situazione: «Il problema non si ferma certo qui – spiega il tecnico di radiologia – La settimana prossima ci sarà il blocco delle convenzioni e quando giungeranno i pazienti con l’esenzione delle visite che cosa succederà? Tra novembre e dicembre ci troveremo in una duplice situazione poiché potrebbe sussistere la possibilità di entrare in cassa integrazione. La nostra serenità lavorativa è offuscata da questi disagi poiché accanto al fattore economico c’è quello mentale soprattutto quando ci troveremo ad affrontare gli utenti. Per anni abbiamo sempre dato un servizio d’eccellenza, la nostra è una sanità pubblica dotato di un efficiente reparto di radiologia dove si effettuano i più importanti controlli per comprendere lo stato di salute di ogni singolo paziente». E i colleghi della vicina casa di cura “La quiete” di Pellezzano stanno, chiaramente, vivendo gli stessi problemi e i medesimi disagi. Ma in questo caso, sottolinea ancora Giuseppe Giordano, la questione si complica ulteriormente perché «i soggetti che vengono curati sono affetti da disabilità psichiche. A questo punto perché dobbiamo essere noi dipendenti a pagarne le conseguenze? L’obiettivo dello sciopero che avrà luogo nei prossimi giorni non sarà dettato da polemiche del tipo “di chi è la colpa di tutto ciò” ma di un incontro dignitoso anche con Equitalia per saperne di più sperando di riportare luce e trasparenza a noi tutti». Mariangela Molinari