Giffoni, Si è impossessato di tutti gli averi di un’anziana, a processo - Le Cronache
Cronaca Giudiziaria

Giffoni, Si è impossessato di tutti gli averi di un’anziana, a processo

Giffoni, Si è impossessato di tutti gli averi di un’anziana, a processo

di Pina Ferro

Prima ha guadagnato la fiducia di un’anziana, poi le ha svuotato i conti, intascato la pensione trattandola male e malmenandola.
Ora Vincenzo Gibuti è sotto processo con l’accusa di circonvenzione di incapaci ed estorsione. I fatti sono accaduti a Giffoni Valle piana qualche tempo fa. A trascinare in tribunale l’uomo è stata una nipote. A rinviare a giudizio l’uomo di 56 anni è stato il Gip Donatella Mancino. Il processo si celebra dinanzi alla seconda sezione penale, presidente Trivelli, del Tribunale di Salerno.
Ad essere stata truffata Antonia Sorrentino del 1924, deceduta qualche tempo fa. La donna era
sola, lontana dai parenti. E, per scongiurare il trasferimento in una casa di cura di Cava de’Tirreni si fidò, all’epoca, di Vincenzo Gibuti, il quale le promise di assisterla e proteggerla tenendola lontana dagli istituti. Da quel momento pian piano è cominciato il calvario per la donna. Con il passare del tempo l’uomo si trasferisce con la famiglia a casa della donna, una casa popolare che l’anziana stava riscattando, e poi hanno inizio i maltrattamenti. L’anziana non veniva curata né assistita e la demenza faceva il resto.
Secondo il capo d’imputazione Vincenzo Gibuti si sarebbe appropriato delle somme relative alle prestazioni previdenziali quali pensione di reversibilità, di invalidità e di accompagnamento per un valore complessivo di circa 12mila euro annui. In più avrebbe ottenuto dalla anziana la delega per la riscossione delle somme in questione. Poi, attraverso botte e maltrattamenti imponeva la propria presenza e quella della sua famiglia nell’appartamento di Antonia Sorrentino.
A tale quadro già drammatico si aggiungono le minacce che Gibuti rivolgeva alla nipote di Antonia Sorrentino nominata dal tribunale amministratore di sostegno. Questa era impossibilitata ad entrare in casa per far visita alla zia e per rendersi conto delle reali situazioni non solo di salute ma anche di assistenza. Dure anche le relazioni presentate dalle assistenti sociali: la donna non era per nulla curata era abbandonata a se stessa oltre ad essere malmenata.