Gianluca Memoli: Ognuno faccia il suo dovere - Le Cronache
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Gianluca Memoli: Ognuno faccia il suo dovere

Gianluca Memoli: Ognuno faccia il suo dovere

di Erika Noschese

“Il consiglio comunale non si trasformi in un’aula di tribunale”. Parla così Gianluca Memoli, consigliere comunale di maggioranza eletto in quota Salerno per i Giovani che torna a Palazzo di Città dopo cinque anni di stop: alla scorsa tornata elettorale infatti gli 800 voti conquistati non gli permisero, al riconteggio, di aggiudicarsi il seggio mentre alle elezioni comunali del 3 e 4 ottobre scorso è entrato, primo dei non eletti, dopo la nomina in giunta di Paola De Roberto. Consigliere Memoli, mercoledì il primo consiglio comunale. Qual è stata la sua impressione? “Dire “lo voto perché è una persona perbene è il fallimento di una società perché questo è uno status che dovrebbe accomunare tutti. Chi non è perbene dovrebbe fare altro. In consiglio comunale, tenutosi mercoledì scorso, la cosa che mi ha lasciato perplesso è che sembrava stare in un’aula di tribunale e questo non è una piega giusta, non per la maggioranza o la minoranza, ma per coloro che si apprestano a governare la città nei prossimi cinque anni; capisco che i profili professionali prevalgano sul ruolo istituzionale ma non è quella la sede giusta perché in consiglio comunale si programma la città dei prossimi cinque anni. Sono anni cruciali, siamo ancora in pandemia e stiamo ancora vedendo quest’alternanza dei colori per le varie regioni; con il Pnrr arriveranno soldi a morire e chiaramente bisognerebbe – al di là di chi amministra – andare nella direzione di costruzione di un Paese, una città nel nostro piccolo”. Ritorna in consiglio comunale dopo cinque anni di stop: cosa significa tornare tra i banchi della maggioranza? “Sicuramente è tanto riscatto personale in quanto, cinque anni fa, anche se numericamente le urne non mi hanno bocciato con quasi 800 voti, l’amarezza è stata uscire in seguito ai riconteggi mentre quest’anno, i riconteggi hanno premiato la lista Salerno per i Giovani con l’acquisizione di un altro seggio e rientro come primo dei non eletti. Non ne faccio un discorso di ritorno in una modalità differente: sono dentro e valgo quanto gli altri consiglieri comunali; sono motivato, ho entusiasmo, lo stesso di dieci anni fa quando ho iniziato a fare politica ed è vero: sono stati cinque anni di stop ma ho fatto valere sempre la mia cittadinanza attiva, portando avanti idee, associazionismo, integrazione, inclusione, lavorare nell’ottica di una città turistica che fosse realmente accessibile a tutti e che potesse migliorare la qualità di vita dei residenti che avevano un’esigenza speciale. Negli ultimi cinque anni non ho avuto un ruolo istituzionale ma ho lavorato nei miei ambiti, portando avanti l’unico evento gratuito musicale sportivo e gastronomico della città, il Bits Festival. Mi mancava la vita amministrativa, quella delle scelte importanti per la città e, allo stesso tempo, la risoluzione dei piccoli problemi di quartiere, delle piccole cose che vanno dal verde pubblico al marciapiede o l’illuminazione pubblica non funzionante. Quando hai conoscenza della macchina amministrativa, anche da cittadino o cittadino attivo ti riesci a destreggiare tra i vari settori”. Lei è giovane e combatte oggi con le difficoltà dettate anche dalla sua disabilità. Oggi si parla di abbattimento delle barriere architettoniche e tante sono le battaglia che ha portato avanti in questi anni. Quale sarà il suo primo impegno da consigliere comunale? “Sicuramente, quello di un territorio che necessita di interventi. Io non mi soffermerei più alle barriere architettoniche, oggi dovrebbe essere la normalità e io vorrei raggiungere un’asticella un po’ più alta nella rigenerazione urbana, mettendoci l’innovazione tecnologica al superamento del concetto di handicap, qualunque essa sia la condizione fisica. Il primo intervento che farò è un’informazione per quanto riguarda le attività commerciali, quelle che hanno anche un semplice gradino, non sempre accessibile a tutti e non propriamente legato ad una questione normativa bensì all’aumento del valore di affari. Se rendo il mio locale o la mia struttura accessibile a tutti non lo faccio perché obbligato da una legge e non per una questione di sensibilità ma per la volontà di aumentare i miei affari, permettendo a tutti di entrare. La persona con esigenze speciali muove altre persone come la famiglia, gli amici o il compagno o la compagna e se in un periodo di profonda crisi non siamo all’avanguardia e non siamo innovatori di un sollecito al commercio significa che non stiamo lavorando bene. A questo va legato un discorso di mobilità per permettere a tutti di potersi muovere in autonomia e deve esserci una risposta della cittadinanza, proprio in senso civico. Oggi sono molto più duro e dico che alle persone bisogna inculcare il senso civico: più crescono le nuove generazioni e più c’è inciviltà”. C’è un’inchiesta della Procura di Salerno che vede indagato il sindaco Napoli. Cosa ne pensa? “Io, per quanto possa servire la mia idea, penso che la problematica alla ribalta di tutti sia la vicenda dei lavoratori delle cooperative sociali ai quali esprimo la mia vicinanza; allo stesso tempo, con i miei occhi sono capace di vedere la condizione in cui versa il verde pubblico, tra i servizi essenziali di cui si occupavano le coop e ritengo che la cosa vada affrontata e regolamentata ma, allo stesso tempo, credo sia di carattere nazionale lavorare su aspetti normativi per quanto riguarda i servizi sociali. Credo sia necessario presentare un’interrogazione parlamentare affinché venga animata e approfondita la tematica sotto un aspetto normativo. Poi, ci siamo appena insediati in consiglio comunale, a me piace approfondire le vicende, approfondirle e dare il mio contributo in maniera fattiva”.