“Genitori e omosessuali: si può” - Le Cronache
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“Genitori e omosessuali: si può”

“Genitori e omosessuali: si può”

“E’ l’amore che crea una famiglia”- questo l’incipit dell’incontro tenutosi ieri sera alle 18.00 nel teatro Antonio Ghirelli di Salerno. Ad organizzarlo l’Associazione Famiglie Arcobaleno(associazione genitori omosessuali), in occasione della festa della Famiglia che avrà luogo il prossimo 3 Maggio. «Essere genitori ed essere omosessuali non sono due condizioni inconciliabili. Gay e lesbiche sono da sempre madri e padri e le famiglie omogenitoriali aumentano sempre di più»- così ha parlato la direttrice dell’associazione, Giuseppina Adelfa, sottolineando il punto focale della questione: basta discriminazione. L’obiettivo principale dell’organizzazione è infatti quello di sconfiggere l’omofobia sociale ed istituzionale, portando a termine il raggiungimento del riconoscimento legale delle famiglie omoparentali, per garantire alle bambine e ai bambini con uno o più genitori omosessuali il rispetto e le tutele giuridiche dovute ad ogni minore. Proprio su questo punto ha tenuto a dire la sua il consigliere comunale Angelo Caramanno, presente all’incontro:«Sono diverse le tematiche che attanagliano questo discorso, e tutte meritano considerazione. Salerno è una città libera e progressista, anche se purtroppo è ancora istituzionalmente carente in materia. E’ un discorso che deve coinvolgere tutti. C’è bisogno di sensibilizzazione»- così il consigliere ha velocemente salutato i presenti invitando tutti a partecipare all’evento del prossimo 3 Maggio- al quale ovviamente parteciperà anche il Primo Cittadino- e illustrandone brevemente il ricco programma. A tenere il dibattito Luigi Bisogno- coordinatore giovanile-, Giorgia, del gruppo Scuola di Famiglia e la psicologa Annalisa Amodeo – ricercatrice all’Università Federico II di Napoli. Tanti i racconti, le storie, i video, per portare alla luce un tema che socialmente risulta ancora oggetto di fobia. «Educhiamo i nostri piccoli a questi temi, sensibilizziamo i grandi all’accettazione di ciò che apparentemente sembra diverso»- questo l’intervento della dottoressa Amodeo, che lavora principalmente a contatto con le scuole. Una nuova forma di famiglia dunque, che deve essere accettata e mai più discriminata- è questo il messaggio lasciato ai presenti con la speranza che si radichi in ogni strato della società. Quella di ieri non è stata l’unica iniziativa, tante le prossime in programma nei prossimi giorni, tra cui l’importante incontro di Mercoledì 29 Aprile all’Università Degli Studi di Salerno. Maria Rainone