Avevano “osato” rubare alla madre del nipote del boss. Un affronto che meritava una pronta e ferma risposta per una famiglia che si è fatta sempre rispettare ad Ogliara. Gli uomini della squadra mobile, diretti dal vice questore De Salvo, hanno individuato gli autori della sparatoria dello scorso 20 aprile. In qualsiasi modo. Questo è il movento che ha spinto Mario Viviani (foto a sinistra), classe ‘89, figlio di Crescenzo, già sorvegliato speciale della polizia di stato e nipote di Raffaele Viviani, capo del clan egemone nelle frazioni di Ogliara e Matierno (due precedenti per reato derivante dall’utilizzo di armi e destinatario di un provvedimento di Daspo), a far fuoco nei confronti del georgiano Archil Bluashvili e del salernitano Maurizio Pastore. Con Viviani quel pomeriggio (intorno alle 14.55) c’era Giovanni Iuliano (foto a destra), classe ‘92 originario di Battipaglia ma residente a Salerno.Gli accertamenti sono stati incentrati sulla testimonianza a di persone informate dei fatti, sulla capillare acquisizione e sull’attenta analisi di immagini estrapolate da sistemi di videosorvaglianza presenti in zona, nonchè sulle perquisizioni. I due indagati sono ritenuti responsabili, in concorso tra loro, di detenzione e porto illegale di arma comune da sparo, nonchè di lesioni aggravate, avendo essi esploso alcuni colpi all’indirizzo di due persone, che venivano entrambe attinte agli arti inferiori. Per entrambi, difesi dagli avvocati Aldo Cammarota e Francesco Guerritore, è scattata la misura degli arresti domiciliari. Il georgiano fu colpito alla gamba sinistra in prossimità del distrubutore di benzina e -come da lui riferito- subito dopo essere sceso dall’autobus. Nello specifico l’uomo fu avvicinato da da un’autovettura di colore grigio occupata da due uomini. Due i colpi esplosi con un fucile. Pochi istanti prima era già stato ferito, nei pressi del Villaggio Caritas, Maurizio Pastore, colpito alle gambe e trasportato all’ospedale di Salerno. Quest’ultimo aveva incontrato pochi istanti, come riferito alla polizia, il georgiano “conosciuto” con il nome di Alex. Ad inchiodare Viviani e Pastore le immagini del sistema di video sorveglianza operativo presso il Supermercato Conad di via Ogliara che rilevavano la presenza di una Fiat Panda di colore grigio intestata ad una società di leasing di Bolzano. Veniva riconosciuto, alla guida dell’auto, Mario Viviani. Secondo gli inquirenti la vendetta operata dal nipote del boss e da Iuliano aveva come obiettivo principale di affermare il controllo sulla zona nei confronti di personaggi criminali emergenti (le vittime si sono dimostrate reticenti sui motivi dell’incontro). L’ordinanza applicativa di misura cautelare, firmata dal Gip Zambrano su richiesta del pm Cantarella, evidenzia la condotta particolarmente violenta e spregiudicata degli indagati che avevano organizzato una vera e propria spedizione punitiva nei confronti delle persone offese, raggiunte da colpi di fucile a distanza di pochi minuti, nel centro di Ogliara, in pieno giorno ed incuranti della possibilità di attingere passanti estranei. Gianni Iuliano risulta molto vicino a Viviani (i due venivano rinvenuti nuovamente in compagnia presso un distributore di benzina il giorno dopo). Viene definito “il braccio operativo” in quanto non esitava ad imbracciare un fucile in pieno giorno per colpire alle gambe le persone offese. Da qui l’applicazione della misura cautelare degli arresti domicilia. Domani l’interrogatorio di garanzia davanti al Gip Zambrano.
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