Fusandola, il sì di Miccio alla deviazione - Le Cronache
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Fusandola, il sì di Miccio alla deviazione

Fusandola, il sì di Miccio alla deviazione

di Andrea Pellegrino

Oltre a quello di Zampino e Villani c’è anche un parere favorevole dell’attuale soprintendente Gennaro Miccio sulle opere di riqualificazione di Santa Teresa. Riguarda nello specifico la variante di Piazza della Libertà sul permesso numero 164 del 10 dicembre del 2008. Il parere è del 20 marzo del 2012 ed è quello nel quale il responsabile del procedimento della Soprintendenza di Salerno ritiene che «le opere proposte si inseriscono armonicamente nel paesaggio oggetto di tutela, in quanto le variazione proposte sono migliorative nell’inserimento dell’opera del paesaggio». Nello specifico si tratterebbe di un parere alla variante apportata sull’originaria autorizzazione paesaggistica annullata dal Consiglio di Stato. Quindi, tecnicamente, non si esclude che l’atto dell’attuale soprintendente Miccio sia privo di efficacia, basandosi su un precedente “silenzio assenso” contestato dai giudici amministrativi e dalla Procura di Salerno. In particolare il sì di Miccio si riferisce anche all’intervento di deviazione del torrente Fusandola, necessaria – si legge nella relazione della Lotti & Associati – per far consentire la realizzazione dei parcheggi interrati. Quanto alle autorizzazioni paesaggistiche rilasciate dal Comune spuntano elementi in più: tra i componenti della commissione edilizia dell’epoca (che avrebbe prescritto sull’intera opera solo l’utilizzo di specifiche piante) c’è anche l’architetto Davide Pelosio, diventato poi dirigente del settore trasformazioni urbanistiche e perno principale per la realizzazione della contestata opera, prima di cedere il passo a Luca Caselli, attuale super dirigente – con tanto di competenza sulla Piazza – di Palazzo di Città. Dal comitato No Crescent intanto arriva il nuovo affondo: «Il sindaco De Luca è abusivo, il Soprintendente Miccio è inadeguato, il Consiglio Comunale è inesistente». « È quantomai singolare – dicono dal comitato No Crescent – che il responsabile della Soprintendenza, dirigente statale, non sappia che il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio esclude ogni possibile autorizzazione paesaggistica postuma per immobili già realizzati. Il Soprintendente Miccio in verità sa bene che l’unica strada percorribile è la demolizione del fabbricato abusivo, altre soluzioni andrebbero contro la legge». «Sconcertanti – proseguono – sono pure le vicende che coinvolgono l’amministrazione cittadina con un sindaco – da oltre sette mesi in carica antigiuridicamente perché, come noto, incompatibile – che ha addirittura sottoscritto una clausola contrattuale con la quale si preoccupa di garantire gli interessi dei costruttori del complesso residenziale privati piuttosto che tutelare l’interesse pubblico del comune. Un primo cittadino che, di fronte al controllo di legalità attivato democraticamente dalle associazioni, dimostra di non avere alcun rispetto per le leggi dello Stato e per la Costituzione – sulla quale pure ha giurato- preferendo attaccare a testa bassa i comitati, soggetti riconosciuti dalla Carta Fondamentale. Non da ultimo, a fine anno, il Consiglio comunale si è dileguato per non dichiarare la decadenza del sindaco incompatibile. Il massimo organo comunale rappresentativo in queste condizioni non può certamente gestire la fase della demolizione dell’ecomostro abusivo».