Il rischio di dispersione scolastica è già altissimo e le ultime decisioni assunte dall’Ufficio scolastico provinciale di Salerno potrebbero non far altro che aggravare la situazione. Alzano la voce i genitori degli alunni del plesso Fuorni dell’istituto comprensivo “Rita Levi Montalcini”: sono state circa 40 le firme raccolte tra i nuclei familiari al fine di sollecitare la costituzione di una classe prima elementare a tempo pieno e di una classe prima secondaria di primo grado. Due richieste già in precedenza bocciate dall’Ufficio scolastico provinciale, diretto da Renato Pagliara, per due motivi: uno di carattere prettamente economico, l’altro relativo ad una carenza di iscritti. La richiesta di istituire una classe prima elementare a tempo pieno, infatti, è stata respinta in virtù di un ragionamento di “spending review” mentre la creazione di un prima secondaria di primo grado è stata bocciata perché – in buona sostanza, secondo Usp – non ci sarebbero stati alunni sufficienti a riempirla. Richieste a cui se ne aggiunge una terza, ossia quella dell’attribuzione dell’organizzazione del tempo pieno (40 ore più mensa) per la sola classe primaria, così come richiesto dai genitori all’atto dell’iscrizione. La petizione dei genitori è stata inviata lo scorso 14 aprile – insieme ad una lettera di accompagnamento nella quale vengono esplicitate le motivazioni delle richieste – tanto al direttore dell’Ufficio scolastico regionale Luisa Franzese, quanto a quello dell’Ups di Salerno, Renato Pagliara e per conoscenza al dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Rita Levi Montalcini”. La missiva è stata consegnata anche al sindaco di Salerno Vincenzo Napoli, con l’auspicio che un suo intervento possa essere risolutore. Quella di Fuorni è una zona di per sé piuttosto complessa, a partire da quella che è la sua posizione geografica che la pone in un sostanziale isolamento dal resto della città: «è senza spazi socializzanti e socialmente marginale e non si può fare a meno dell’istituzione scolastica» – scrivono i genitori nella loro lettera. Così come sottolineano l’impatto negativo che la mancanza di queste due classi avrebbe, appunto, per la socializzazione e la nascita di un “senso di appartenenza” al quartiere. «La crescente urbanizzazione della zona condurrà ad un ampliamento della platea scolastica della scuola primaria e secondaria di primo grado – affermano – i nuovi abitanti di Fuorni saranno così costretti ad iscrivere altrove i propri figli, compromettendo sul nascere il senso di appartenza al quartiere». Ed è anche popolata da tante famiglie in difficoltà, la zona di Fuorni, come ammesso dagli stessi sottoscrittori della petizione che precisano come numerosi siano «i contesti familiari ad alto rischio di marginalità e svantaggio socio-economico»; una condizione che «lascia presagire, in caso di dislocazione in una scuola secondaria, un ulteriore incremento della dispersione scolastica». «Sarebbe davvero dannoso per il quartiere e le famiglie che lo popolano il depauperamento della scuola pubblica, essendo questa l’unico presidio di legalità e sviluppo socio-culturale della zona» – si legge in una nota. I genitori sono davvero amareggiati, infatti, non solo è stata negata la possibilità di rinforzare l’aspetto educativo ma addirittura non è stata autorizzata la nascita della futura prima media. In un momento difficile come questo, si dovrebbe pensare di più agli investimenti sulle scuole invece che continuare a fare tagli assurdi. Federica Lamberti
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