Fuorni: 250 agenti per 600 detenuti. Sos dopo l'aggressione subita da un poliziotto - Le Cronache
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Fuorni: 250 agenti per 600 detenuti. Sos dopo l’aggressione subita da un poliziotto

Duecentocinquanta poliziotti per seicento detenuti. Sono questi i numeri allarmanti del carcere di Salerno. Numeri che, stando all’ultimo episodio verificatosi, diventano ancora più preoccupanti. Una aggressione ai danni di un agente di polizia penitenziaria della Casa circondariale di Fuorni e scoppia nuovamente il caso della sicurezza tra le mura del carcere cittadino. Un grido d’allarme lanciato principalmente dagli stessi agenti della polizia penitenziaria salernitana e dai loro rappresentanti sindacali. Nella giornata di sabato, l’ultimo episodio: un detenuto, A. C., affetto da problemi psichici e con pesanti trascorsi di tossicodipendenza, all’apertura della cella da parte dell’agente di turno, si è scagliato contro di lui con calci, pugni e graffi. Per l’agente, immediatamente soccorso dai colleghi, è stato necessario il trasporto al vicino nosocomio SanGiovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, dove i sanitari hanno stabilito una prognosi di dieci giorni per la completa guarigione. Un episodio, questo, figlio della gravissima situazione in cui versa il penitenziario salernitano che è in grosse difficoltà sia per quanto concerne il sovraffollamento della struttura che la carenza di organico proprio per quel che concerne il corpo di polizia penitenziaria. Un organico in carenza di circa una cinquantina di unità: al momento i poliziotti presenti all’interno della casa circondariale di Fuorni, divisi su vari turni, sono circa 250 per una popolazione detentiva che ammonta a quasi 600 unità. Già stando a questi numeri, la sproporzione è evidente, ma l’altro dato allarmante è rappresentato dal fatto che la capienza accertata del carcere di Fuorni ammonta a 240: in pratica, al momento, ci sono più del 50% dei detenuti in più ad occupare le celle. «Sono anni – afferma Lorenzo Longobardi della Uilpenitenziaria – che facciamo presenti le gravissime difficoltà che viviamo noi agenti di polizia penitenziaria nel carcere di Salerno. Il Governo centrale taglia solo i fondi e noi andiamo sempre più in affanno mettendo a repentaglio la nostra stessa sicurezza». L’episodio di sabato è solo la punta dell’iceberg di una condizione giunta, ormai, al limite del sopportabile sia per gli agenti che per gli stessi detenuti, in eccessivo sovrannumero rispetto a quanto previsto. «C’è un solo agente di riferimento – spiega ancora Longobardi – per un numero di detenuti che oscilla tra i 40 ed i 70. Quanto accaduto sabato è quello che può accadere ogni giorno da un momento all’altro. Abbiamo comunque a che fare anche con personaggi particolari e l’ultimo avvenimento lo dimostra. Se, anziché esserci un solo poliziotto, ce ne fossero quattro per un numero comunque elevatissimo di detenuti, le cose sarebbero più facilmente gestibili». Dunque, pochi agenti e quasi tutti in età avanzata e tutti costretti anche allo straordinario «non retribuito – sottolinea ancora il rappresentante della Uilpenitenziaria – Turni che vanno dalle 8 alle 10 ore e agenti con tanti anni di servizio sulle spalle che sono ormai arrivati allo stremo. Andiamo avanti per nostro senso di responsabilità, garantendo il massimo del servizio in condizioni quasi disumane».
Durissimo il commento anche del segretario generale del Sappe, il sindacato autonomo della polizia penitenziaria, Donato Capece che ha fatto luce sull’episodio, definito «intollerabile ed inaccettabile, la ciliegina sulla torta di una situazione ben oltre il limite della tolleranza. Bisogna contrastare con fermezza questa ingiustificata violenza in danno dei rappresentati dello Stato in carcere e punire con pene esemplari, anche sotto il profilo disciplinare, i detenuti che la commettono».

 

6 maggio 2013