Franco Dilillo non cerca vendetta per la morte della sorella mentre le amiche così ricordano Ilaria - Le Cronache
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Franco Dilillo non cerca vendetta per la morte della sorella mentre le amiche così ricordano Ilaria

Franco Dilillo non cerca vendetta per la morte della sorella mentre le amiche così ricordano Ilaria

Solo se c’è giustizia ci può essere speranza”. E` questo il messaggio lanciato da Franco Dilillo, fratello di Ilaria, la donna tragicamente uccisa nella notte del 22 giugno dall’attore Domenico Diele. Sono parole di profondo dolore, quelle di Franco Dilillo ma, allo stesso tempo, non sono parole che chiedono vendetta bensì soltanto giustizia. “Sebbene nulla riuscirà mai a placare la nostra rabbia – dice –, il dolore che ora proviamo per la perdita della nostra amatissima Ilaria non va assolutamente confuso con il desiderio di vendetta. Crediamo ancora in una giustizia “giusta” e non in quella intesa come una forma di vendetta”. “Forte è il nostro desiderio di giustizia – sottolinea ancora Franco Dilillo –: vista la gravità di quanto accaduto, ci aspettiamo che Diele paghi per ciò che ha fatto e riceva una condanna esemplare. Per noi – conclude il fratello di Ilaria – e per tutte le altre vittime della strada, ci auguriamo che questo non sia l’ennesimo caso a finire nel dimenticatoio non appena la situazione rientrerà in un’apparente normalità”. Il trigesimo in ricordo di Ilaria Dilillo è stato fissato al prossimo 22 luglio, alle 19.30, presso la chiesa del Volto Santo di Pastena, quartiere nel quale la donna viveva insieme al padre. Ma chi era Ilaria Dilillo? A parlarne è una delle sue amiche di sempre, Monica Corradino: “La sua essenza rispecchiava i veri valori della vita di una persona, quelli che ognuno di noi vorrebbe vivere. Il suo rigenerarsi – ha detto ancora – consisteva in un vero e proprio donarsi agli altri. Donava la sua energia positiva ai disabili e a tutte le persone che ne avevano bisogno. Da queste esperienze di scambio, fuoriusciva la sua voglia di vivere, un continuo scambio d’amore: in più di una occasione, infatti, ha ringraziato pubblicamente quanti mostravano la propria gratitudine per le sue azioni, ritenute dei veri e propri doni”. Una persona, Ilaria, che con il suo modo di essere e di fare era diventata un punto di riferimento per tutti coloro che la conoscevano: “In una società in forte declino culturale e sociale come la nostra – prosegue Monica Corradino – c’è necessità di persone come Ilaria e non di personaggi che mostrano il totale spregio per undono prezioso come la vita stessa. Credo che Diele, in quanto personaggio pubblico, dovrebbe essere un esempio per le nuove generazioni, invece il suo modo di essere ha contribuito a destabilizzare quelli che sono i veri valori di una società, ovvero il rispetto per la vita altrui”. “Abbiamo fiducia – dice Valentina Marino, nella piena applicazione della legge, per poter continuare a credere nella loro esistenza e nel loro rispetto e affinché la breve vita di Ilaria possa dare un valore aggiunto a tutti noi”. “Siamo esseri umani e si può sbagliare – dice Tina Cerchia, altra cara amica della vittima – ma fino a che punto possiamo essere tolleranti? La distrazione per l’utilizzo del cellulare; la sospensione della patente che ci mette di fronte alla “ragione” di chi ha infranto la legge mettendo in pericolo gli altri; i risultati dei prelievi che “parlano” chiaramente, in quanto Diele è risultato positivo all’uso di sostanze stupefacenti; un tragitto Roma- Matera da percorrere nella stessa giornata e che avrebbe avuto la sua conclusione a Roma. Ebbene costui avrebbe dovuto guidare per altre 3 ore, chi lo avrebbe fermato? La tragica morte di Ilaria, viste le circostanze, potrebbe aver salvato la vita di altre persone, perché Diele avrebbe potuto colpire chiunque”. “E’ inutile appellarsi – prosegue Tina Cerchia – a delle contingenze esterne, come il buio della strada o gli abiti scuri di Ilaria. Sarebbe bastato evitare anche uno solo degli errori commessi da Diele e Ilaria sarebbe ancore qui con noi. Abbiamo apprezzato anche il senso di colpa dell`attore che a un giorno dall`accaduto ha chiesto di concludere il film dal titolo “Una vita spericolata”. Inoltre, vorrei sottolineare la circostanza per la quale alcune personalità politiche si sono preoccupate di far visita all`attore in carcere, piuttosto che mostrare dolore per la famiglia. A questo punto, ci chiediamo quale strumento verrà utilizzato in futuro per evitare che una comunione, un battesimo, un matrimonio o un qualsiasi altro evento al quale prenderà parte lo faccia rimettere in auto”. Mariangela Molinari