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Filomena Gallo: «Non temo sconfitta Convinceremo indecisi e delusi»
Filomena Gallo, avvocato e segretario nazionale dell’Associazione Luca Coscioni è candidata per +Europa nella coalizione di centro sinistra al Senato all’uninominale nel collegio Salerno sud. +Europa, dopo la presentazione dei candidati punta al 3%.
Utopia o risultato raggiungibile?
«Alla presentazione l’entusiasmo era palpabile e in tutta Italia stiamo raccogliendo attestati di stima personale e riconoscimento politico per il nostro programma. La legge elettorale è difficile da interpretare, anzi colgo l’occasione per ricordare che si vota sempre crociando il simbolo +Europa sia nei collegi uninominali che plurinominali, ma sicuramente faremo di tutto per esser raggiungere il massimo possibile il 4 marzo».
Con la scelta dei candidati, il centrosinistra ha avuto non pochi problemi.
Crede che questo possa influire negativamente sul risultato del 4 marzo?
«Mi preoccupa di più una campagna elettorale che rincorra emergenze e paure create ad arte piuttosto che porre al centro del dibattito politico proposte per affrontare i problemi reali che ancora abbiamo. Se si escludono temi come certezza del diritto, libertà civili ed economiche, diritti dei malati, rispetto dell’ambiente e investimenti in scienza e innovazione e ci concentriamo sulle beghe dei partiti sviliamo le elezioni a spettacolo – e dei peggiori».
Quali sono i punti più importanti del programma?
«Il primo è quello di riconoscere il ruolo di alleato dell’Europa e non utilizzarla come capro espiatorio. Sono 40 anni che Emma Bonino si batte per gli stati uniti d’Europa, perché si arrivi a un’istituzione pienamente politica, con un bilancio, una vera politica estera a un esercito per promuovere Stato di Diritto, pare, sviluppo e sicurezza in tutto il mondo. Poi attenzione ai diritti civili, alla libertà e finanziamento della ricerca scientifica, una giustizia giusta e politiche volte all’inclusione sociale ed economica anche di chi arriva in Italia da altrove con la speranza di un futuro migliore per sé e la propria famiglia – proprio come facevano gli italiani 100 anni fa».
Teme la sconfitta?
«Se nelle prossime quattro settimane riusciremo a raggiungere indecisi e delusi non ci sarà una sconfitta».