Falsi braccianti e maxi truffa all’Inps - Le Cronache
Cronaca Attualità

Falsi braccianti e maxi truffa all’Inps

Falsi braccianti e maxi truffa all’Inps

Pina Ferro

Falsi braccianti e maxi truffa all’Inps. Ha preso il via, dinanzi ai giudici della prima sezione penale, il processo a carico di 22 persone tra consulenti del lavoro, commercialisti, titolari di aziende, segretarie, collaboratori e perfino assistenti d’ufficio, che secondo le ipotesi investigative avrebbero partecipato al sistema fraudolento pur di intascare indennità previdenziali previste in agricoltura. A processo vi sono: A processo, dunque, Domenico Volpe, 60enne commercialista di Capaccio, insieme all’assistente del suo studio Loredana Russo, 44enne di Capaccio; Domenico Alfano, 70enne di Eboli; Gerardo Alfano, 50enne di Eboli; Abdelouahed Chatibi, 37enne marocchino residente ad Eboli; Ioan Vasile Chindris, 35enne rumeno residente ad Eboli; Italia Coppola, 53enne di Serre; Giovanni Cuffa, 66enne di Pontecagnano; Barbara D’Amato, 35enne di Eboli; Carmine Di Cristo, 49enne di Giffoni Sei Casali; Adriano Esposito, 29enne di Salerno; Antonio Guida Festosi, 49enne di Pontecagnano; Raffaella La Brocca, 45enne di Eboli; Giuseppe Limoncelli, 66enne di Eboli; Mariantonio Manzo, 56enne di Battipaglia; Carmine Memoli, 77enne di Salerno; Fabio Memoli, 38enne di Salerno; Marco Siano, 37enne di San Cipriano Picentino; Camillo Totaro, 65enne di Giffoni Sei Casali; Gianluca De Marco Tura, 41enne di Salerno; Francesca Antonia Zito, 53enne di Baronissi, Giovanni Truono di Pontecagnano. Secondo l’accusa, aveva base a Capaccio ma si estendeva in tutta la Piana del Sele la maxi truffa all’Inps scoperta dalla Procura di Salerno. Nei guai sono finiti i titolari di sette aziende di Eboli e due di Pontecagnano Faiano, contestate in tutto 797 assunzioni fittizie per un danno complessivo all’istituto previdenziale di circa 970mila euro: in particolare, nel 2007, una srl ebolitana incassò ben 409mila euro assumendo 144 persone. Tali ditte, spesso non essendo addirittura proprietarie di fondi o terreni, al fine di intascare contributi ed indennità di disoccupazione, maternità e malattia erogati dall’Inps, avrebbero assunto in maniera fitti- zia braccianti agricoli, spesso compiacenti.