Ex cognata e nipoti vessati, sorelle a processo - Le Cronache
Provincia Nocera Inferiore

Ex cognata e nipoti vessati, sorelle a processo

Ex cognata e nipoti vessati, sorelle a processo

Avrebbero rigato auto, tolto la corrente, ucciso con del veleno i gatti della ex cognata, per poi promettere la stessa sorte anche a lei. Finiscono a giudizio, come deciso dal gup nocerino Gustavo Danise, due sorelle C.V. e G.V. di 52 e 55 anni accusate di stalking e lesioni. I fatti, che vedono imputate le due donne originarie di Nocera Inferiore, furono ricostruiti dopo la denuncia della parte offesa. Stando alle accuse, le due sorelle avrebbero perseguitato la donna (ex moglie del fratello con il quale si era separata) con i figli in ogni modo possibile. Nella denuncia si parla di dispetti, ad esempio, come suonare il citofono ininterrottamente se trovavano le auto in sosta nel cortile. E arrivando, in un’occasione, anche a rigare l’auto della vittima e ad avvelenarne i gatti. O togliere la corrente elettrica facendo mancare l’acqua calda, per poi minacciare il tecnico intervenuto per riparare il guasto. Ancora, la vittima fu raggiunta sul posto di lavoro per essere insultata. Le due imputate non sopportavano che la donna vivesse con i figli in una casa confinante, come deciso dal giudice della separazione. Quindi, avrebbero fatto di tutto per mandarla via. Anche con minacce esplicite: «Ti rompo la testa», «Sei tu che devi avere paura di noi», «Se non te ne vai tu e i tuoi figli, sei morta, ti facciamo scomparire dalla faccia della terra». Per un ulteriore episodio, invece, viene contestata un’aggressione che una delle due consumò nei riguardi della figlia della vittima, intervenuta durante un litigio tra le parti. La giovane rimediò un trauma cranico, finendo con la testa a ridosso di un cancello. In sede di conciliazione, poi, per la proprietà di un immobile, le due offesero l’onore della ragazza, sostenendo che non doveva essere presente. Insomma, la donna insieme ai figli avrebbe seriamente temuto per la sua incolumità. Ora il rinvio a giudizio disposto dal gup che ha accolto l’istanza della Procura.