Un triste primato quello degli aspirati avvocati della provincia di Salerno, che ha visto il 71% dei candidati non superare la prova scritta. In pratica su 800 partecipanti, 600 sono stati bocciati e solo 200, ciòe il 29% per la precisione, hanno superato la prova. Saranno in pochi, dunque, a sostenere gli orali e conseguentemente ad ambire alla tanto aspirata abilitazione per esercitare la professione di avvocato. È di sicuro un record amaro, una percentuale di bocciati tra le più alte in Italia. Eppure, l’anno prima, il 50% degli aspirati avvocati della provincia di Salerno, aveva superato gli scritti. Gli elaborati di quest’anno sono stati corretti dalla Corte di Appello di Lecce, mentre lo scorso anno da quella di Bari. Due città della stessa Regione, con due differenti percentuali. Al di là del dato geografico che, molto probabilmente, non dovrebbe incidere sull’esito delle correzioni, ciò che ha destato perplessità, é la tempistica. Nonostante i due mesi di lockdown, fanno sapere alcuni partecipanti, sono stati rispettati i tempi di correzione, con tutti gli esiti a fine giugno. Altre città, invece, ancora oggi devono provvedere alla stesura dei risultati. Nello Mancuso, rappresentante provinciale dell’Aipav, associazione italiana praticanti avvocati, sulla vicenda ha chiesto lumi. Proprio la bassa percentuale di promossi ed i tempi veloci di correzione, potrebbero essere motivo di una class action pronta a parire. A confermarlo é lo stesso rappresentante dell’Aipav: “Inoltre, dato il numero così basso ed inverosimile, parte dei praticanti avvocati abilitati alla professione forense al fine di ricercare un riscontro in merito alla correzione della prova scritta, si accingono a costituire una class action”. Sono già 30, al momento, i sostenitori dell’azione collettività e il numero pare sia in netta crescita.
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