Enoli, Centro polifunzionale: tutti assolti - Le Cronache
Provincia Eboli

Enoli, Centro polifunzionale: tutti assolti

Enoli, Centro polifunzionale: tutti assolti

di Eugenio Verdini

Nessun danno erariale, tutto fatto per salvaguardare salute di persone fragili e lavoro degli operatori. Chiuso il caso del centro polivalente SS Cosma e Damiano con l’assoluzione di tutti gli imputati da parte della Corte dei Conti. La Procura Regionale ha portato in giudizio gli amministratori, Giunta e consiglieri. Ora la Corte dei Conti ha assolto l’ex sindaco Massimo Cariello, gli ex consiglieri Fausto Vecchio, Gianmaria Sgritta, Luigi Guarracino, Santo Venerando Fido, Mario Domini, Filomena Rosamilia, Emilio Masala, Giancarlo Presutto, Giuseppe Piegari, Vincenzo Marchesano, Rosa Altieri, Pierluigi Merola, Giuseppe La Brocca e Vittorio Bonavoglia; gli ex assessori Cosimo Pio Di Benedetto, Vito De Caro, Ennio Ginetti, Angela Lamonica, Maria Sueva Manzione, Lazzaro Lenza, Matilde Saja. La Procura aveva chiesto la condanna degli amministratori al risarcimento di 1.713.700 euro quale danno subito dal Comune per l’utilizzo considerato improprio del centro polivalente. Somma corrispondente al finanziamento del 2015, revocato dalla Regione. Per la Procura ci sarebbe stato un danno perché l’immobile, costruito con un finanziamento originato dal POR-FESR, era stato destinato non a servizi di accoglienza ed assistenza sociale, ma ad ospitare attività di riabilitazione della cooperativa ISES, in liquidazione coatta amministrativa, colpita dalla sospensione dell’accreditamento con il Servizio Sanitario Nazionale. A dicembre 2016, il Consiglio aveva dato via libera ad ospitare 26 pazienti in carico alla cooperativa ISES, sfrattata nel frattempo, con un atto non accompagnato da pareri di regolarità tecnica e finanziaria. La ricollocazione era stata realizzata con un’ordinanza dall’allora sindaco, Massimo Cariello, poi perpetuata con provvedimenti successivi fino a marzo 2018. La Giunta aveva mutato la destinazione d’uso del centro polivalente, fissando un canone di 10mila euro mensili, pagato solo per i primi 5 mesi, a fronte di un’utilizzazione fino a giugno 2018. La Procura regionale riteneva che il comune si fosse indebitamente ingerito in una problematica di competenza ASL. Sempre per la Procura, metà della somma doveva essere risarcita dal sindaco, il rimanente da consiglieri e assessori. Il collegio giudicante invece ha rigettato l’accusa, ritenendo che non vi sia stato danno erariale, né esborso del Comune. La Corte ha anche rilevato quanto già stato scritto dal Tribunale di Salerno per l’aspetto di un eventuale abuso di ufficio, laddove i giudici salernitani avevano sottolineato che l’intenzione degli amministratori puntasse a tutelare i lavoratori e proteggere gli ospiti affidati alla struttura, quindi era tutelato un interesse pubblico. A sostegno di quanto deciso, la Corte dei Conti ha addirittura sentenziato la liquidazione in favore degli assolti delle spese di difesa.