EBOLI. Qualche presenza in più rispetto all’analoga manifestazione di pochi giorni fa. Con le donne che da un paio di settimane si sono spontaneamente messe l’una al fianco dell’altra per protestare contro il trasferimento dei reparti di pediatria ed ostetricia, ieri il corteo di protesta, che da piazza Mustacchio a raggiunto il piazzale dell’ospedale, si è arricchito di qualche associazione, dei sindaci o loro rappresentanti di alcuni Comuni limitrofi, ma anche di molti cittadini che hanno sostenuto la protesta. Con loro anche alcuni trattori con striscioni. Più che i contenuti, l’attesa era per il numero di presenze, visto che nella precedente occasione pochi avevano partecipato. Ieri sera circa un migliaio di persone ha aderito all’invito degli organizzatori. In prima fila i rappresentanti del centrosinistra e della sinistra locale, a cui non pareva vero trovare un’occasione per dare addosso a Caldoro ed al centrodestra, dimenticando che tutti i problemi della sanità e degli ospedali in Campania parte dalla devastazione proprio dovuta al centrosinistra di Bassolino. E forse non è un caso che il microfono per arringare i presenti, oltre ad un paio di rappresentanti del comitato spontaneo, sia finito nelle mani di Gerardo Rosania (Rc), Carlo Manzione (Sel) e Martino Melchionda (Pd), che però aveva la legittimazione di essere il sindaco della città. La vera novità della manifestazione di ieri sera l’ha annunciata proprio Rosania, ex sindaco di Eboli ed ex consigliere regionale nell’era Bassolino. Ad Eboli sarà avviata una raccolta di firme, si punta ad un numero notevole di sottoscrizioni, per poi andare a protestare a Napoli, sotto gli uffici della presidenza della Regione, nel tentativo di coinvolgere Caldoro lungo la strada che possa portare a recuperare il trasferimento dei reparti di pediatria ed ostetricia da Eboli a Battipaglia. Un tentativo difficile, sul quale pesano come un macigno i dato che l’altro giorno ha reso noti la FISI Sanità. Dati che dicono come oltre il 60% delle puerpere ebolitane preferisca partorire in ospedali fuori Comune, 770 parti su un totale annuo di 1100 parti. In sostanza, si dovrebbe sostenere la tesi della irrinunciabilità di un reparto, quello di ostetricia, che già le donne di Eboli preferiscono oggi bypassare, quindi difficile da indicare come priorità. E questo senza considerare che, in ogni caso, la direzione generale della ASL Salerno dovrà andare ad una riorganizzazione ospedaliera. Al punto che, una volta si decidesse di non trasferire più i due reparti, che comunque da oggi sono già a Battipaglia, occorrerebbe individuare altri due reparti da trasferire da Eboli a Battipaglia. Ieri erano presenti sindaci o rappresentanti di Campagna, San Gregorio Magno, Fisciano, Colliano, Acerno, Atena Lucana, Sicignano degli Alburni, Santomenna, Baronissi. Per tutti, il sindaco di Santomenna, Massimiliano Voza: «Siamo qui anche da Santomenna, dal punto più remoto della Valle del Sele. Dopo la chiusura del punto nascita di Oliveto Citra siamo condannati a percorrere 50 chilometri per trovare il primo pronto soccorso ostetrico, ora il rischio è che la distanza si allunghi a a più di 60 chilometri, di cui un bel pezzo di strade provinciali disastrate» Eugenio Verdini
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