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E De Crescenzo disse: “Non sai che ti sei perso”

di Fulvio Nastasi
Da Maradona in poi i napoletani si dividono in tre categorie: chi lo vide giocare; chi arrivo’ tardi e s’e’ dovuto accontentare di immagini e racconti; chi se n’era andato troppo presto e gli altri poterono solo consolare dicendo, come Luciano De Crescenzo: “Non sai che ti sei perso”. Perche’ certi messaggi forse arrivano nell’aldila’. Oggi tutti quanti loro, nonni, padri, figli e fantasmi ma anche chi deve ancora nascere qui radunati prendono atto che Diego ha versato, come chiunque, la tassa alla morte ma anche che il suo mito ha gia’ dribblato il tempo (segnando poi di sinistro) e da un sacco di tempo. Ora che l’inflazione della lingua sciupa la parola “mito” (anche con l’emme maiuscola) e’ assai difficile trovare, per Diego, l’aggettivo giusto. Diego e basta.
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