Dunque, dove eravamo rimasti? - Le Cronache
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Dunque, dove eravamo rimasti?

Dunque, dove eravamo rimasti? Al 43 minuto di quel maledetto giugno del 2011, sul rigore diCarrus contro gli scaligeri. Il cuore granata aveva smesso di battere in quelmomento. Inutile era stato il tentativo di tenerlo in vita per 45 minuti.Il Milan aveva appena passato il testimone alla Salernitana della fatal Verona,velenosa e accidiosa come una vecchia zitella. Fu una morte apparente, perfortuna. Lo sport è maestro di vita, si vince e si perde ma si rinasce sempre.E la vittoria del campionato di seconda divisione ci riporta indietro neltempo, a quel 43 minuto di Salernitana-Verona. La lunga traversata nel desertoè finita ieri (con largo anticipo) solo perché bisognava fare i conti con lamatematica. Perrone ha compiuto un piccolo capolavoro dopo l’esperienza cosìcosì con il Salerno calcio (ma comunque vincente), rimettendo insieme   i cocci di una squadra disastrata da Galderisi. Ieri in cittànon si è festeggiato (giustamente) come ai bei tempi ma non è mancata lasoddisfazione per il ritorno della Salernitana ai vecchi lidi. I tifosi nonhanno certezze per il futuro, non tanto per la bontà e solidità di Lotito maper quelli che possono essere i progetti per una città che ha la dignità di nonsentirsi la seconda squadra del patron laziale. Per come ha allestito le due formazionie vinto i due campionati Lotito merita un dieci e lode, il resto è tutto dacostruire. Di certo hanno lasciato perplessi quelle dichiarazioni sui giovanidella Lazio che andrebbero a farsi le ossa a Salerno. Secondo me una dichiarazioneestemporanea di Lotito che come tante altre lascia il tempo che vuole,piuttosto bisogna attendere la modifica del regolamento che permetterà allostesso presidente di avere due squadre almeno in Leghe diverse. Questosignificherebbe puntare subito alla serie B, salvo che nel fallimento quasitotale di molte squadre non si spalanchino subito le porte della cadetteria.  La festa si trasferirà domenicaall’Arechi, lì dove fu pugnalata al petto la Salernitana, lì dove smise dibattere il cuore granata. L’assassino torna sempre sul luogo del delitto: lì ritorneràMandorlini che con il suo razzismo offese ma non umiliò Salerno e isalernitani.  Lì si ritroverà ilpopolo granata: che sia una domenica di condivisione e non di polemiche. Nonfinisce qui, il bello deve ancora venire.

Edora ricominciamo, come facevamo esattamente una volta.