Due Torri, condannati e scarcerati i Citarella - Le Cronache
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Due Torri, condannati e scarcerati i Citarella

 Condannati e scarcerati gli imprenditori coinvolti nel blitz, denominato “Due Torri”, che lo scorso giugno ha smascherato un sistema criminale fondato sull’affare degli appalti truccati. Ieri il Gup del tribunale di Salerno Sergio De Luca ha ratificato i patteggiamenti per gli imputati che ne avevano fatto richiesta revocando tutte le misure cautelari che ancora gravavano su di essi.
Completamente libero Giovanni Citarella che, assistito dall’avvocato Michele Sarno, è stato condannato a 3 anni e 5 mesi di reclusione; 3 anni e quattro mesi è stata la pena incassata dal cugino Rino. Pena patteggiata anche per l’imprenditore di Capaccio Giuseppe Ruggiero difeso dall’avvocato Lucio Basco, che è stato condannato a 3 anni di reclusione; pene concordate anche per gli imprenditori Carmine Ruggiero, di Capaccio che ha incassato 2 anni e 6 mesi; 2 anni e 5 mesi per Emanuele Zangari, di Piaggine; 3 anni e 4 mesi per il cognato di Giovanni Citarella Federico Spinelli assistito dall’avvocato Massimo Torre; 2 anni per il costruttore nocerino Rosario Cozzolino. Tornano quindi liberi i maggiori protagonisti dell’inchiesta che, lo scorso giugno, travolse Palazzo Sant’Agostino. Era senza dubbio Giovanni Citarella, che la Procura colloca al vertice della cordata di imprenditori che si spartivano gli appalti della Provincia, il protagonista della vicenda: il patron della Nocerina calcio, già alcuni mesi fa aveva avuto l’attenuazione della misura cautelare degli arresti domiciliari ottenendo il permesso al lavoro. Ora considerato il suo atteggiamento collaborativo tenuto nel corso delle indagini, non c’era più motivo della misura cautelare.
Chiusi i patteggiamenti, il prossimo 3 dicembre prenderà il via il processo ordinario per gli altri imputati per i quali il Gip Gaetano Sgroia nei mesi scorsi dispose il giudizio immediato e che non hanno avanzato alcuna richiesta di rito alternativo: si tratta dei due funzionari della Provincia Raffaele Orefice e Franco Pio De Luca, accusati di aver intascato mazzette per aver consegnato a Rino e a Giovanni Citarella le liste delle imprese che partecipavano alle gare d’appalto indette fino al 2008 dall’Ente, e degli imprenditori Edoardo Sale e Giovanni Botta. Già stralciate le posizioni di Alessandro Piccolo, Silvana Bevilacqua e Diana Capretto per i quali si procederà con l’udienza preliminare. Era il 12 giugno scorso quando i carabinieri del Ros, eseguirono un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip Gaetano Sgroia, all’esito di una capillare indagine fondata su sequestri e perquisizioni: nel mirino finirono gli uffici di Palazzo Sant’Agostino e quelli dei titolari delle imprese coinvolti nell’affare. Un “cartello” di imprese, secondo le accuse della Procura, attivo sin dall’anno 2002, che sarebbe stato articolato su due livelli: il primo, quello dei capicordata, sarebbe stato diretto dai cugini Citarella, promotori dell’organizzazione e ponte d’unione con i soggetti istituzionali; il secondo, composto da una numerosissima schiera di imprese “satellite” si aggiudicavano sistematicamente gli appalti della Provincia.