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Dopo il sequestro dei beni al giudice Iannello concessi i domiciliari

Dopo il sequestro dei beni al giudice Iannello concessi i domiciliari

di redazione cronache

E’ agli arresti domiciliari l’ex giudice di pace Antonio Iannello, arrestato a fine settembre con l’accusa di corruzione e falso. Il Gip Danise del Tribunale di Nocera Inferiore ha accolto l’istanza dell’avvocato Francesco Matrone ed ha concesso all’avvocato scafatese finito in carcere i benefici degli arresti in casa. Nei giorni scorsi, la guardia di Finanza di Torre Annunziata aveva eseguito un sequestro preventivo urgente per un valore di un milione e mezzo di euro nei confronti del legale scafatese, indagato insieme ad altre 22 persone per corruzione in atti giudiziari. Accertamenti hanno mostrato che il giudice Iannello nell’ultimo quinquennio ha acquistato autovetture e immo- bili, fittiziamente intestati a familiari conviventi, in maniera sproporzionata rispetto ai redditi di- chiarati. Sigilli dunque a disponibilità finanziarie, due immobili a Scafati e beni mobili. L’inchiesta ha permesso di accertare una serie di episodi – 37 in tutto – di corruzione in atti giudiziari, non solo di Iannello ma anche di altri giudici, avvocati e consulenti tecnici per ‘orientare’ pratiche e con- tenziosi riguardanti sinistri stradali, in talune cir- costanze falsi. In particolare, il sistema si basava, in prima battuta, in un accordo illecito tra il giu- dice di pace e l’avvocato di parte che condivide- vano la scelta di un perito compiacente al quale affidare la consulenza favorevole. Una volta sele- zionato il perito, quest’ultimo provvedeva ad elar- gire la prima parte della ‘mazzetta’ al giudice di pace in segno di ‘riconoscenza’ per la nomina rice- vuta, ricevendo a sua volta un indebito e generoso compenso da parte dell’avvocato per l’ottenimento di una perizia particolarmente favorevole. In un’ultima fase, la dinamica corruttiva si perfezio- nava attraverso la redazione di una sentenza con- cordata dall’avvocato di parte e dal giudice di pace, con quest’ultimo che riscuoteva dal professionista la seconda parte della tangente, il cui importo va- riava in ragione del risarcimento indebito anche grazie alla consulenza pilotata. A fine novembre il Tribunale del Riesame di Salerno aveva concesso a tutti gli indagati finiti in carcere gli arresti do- miciliari. L’unico a rimanere in carcere era stato Iannello che nel frattempo era stato interrogato dal pubblico ministero per fornire chiarimenti sulla sua posizione e non solo. L’inchiesta, trasfe- rita dal tribunale di Roma a Nocera Inferiore per competenza territoriale, così come chiesto dall’av- vocato difensore di Iannello, Francesco Matrone, è tutt’altro che conclusa lo dimostra il recente se- questro d’urgenza disposto dal sostituto procura- tore Fasano della Procura nocerina.

Ai domiciliari a fine novembre erano già andati l’altro giudice di pace, in servizio al Tribunale di Torre Annunziata, Raffaele Ranieri e anche Salva- tore Verde di Boscoreale, consulente tecnico, che, secondo le accuse, dal suo studio avrebbe gestito l’organizzazione dei sinistri combinati, la corru- zione dei giudici onorari e diversi falsi incidenti. A casa anche i due avvocati di Torre Annunziata Ivo e Guido Varcaccio Garofalo, ritenuti tra i princi- pali protagonisti dell’inchiesta, Aniello Guarnac- cia, Eduardo Cuomo e l’ex consigliere comunale del Pd di Castellammare di Stabia, Rodolfo Ostri- fate. Arresti domiciliari anche per i consulenti, Luigi Coppola e Vincenzo Elefante e per il medico Ciro Guida.

Ai domiciliari erano già Francesco Afeltra, Enrico Tramontano Guerritore, Rosaria Giorgio e Car- mela Coppola, l’altro giudice Paolo Formicola, Li- berato Esposito e l’avvocato Nicola Basile, libero era Marco Vollono, il consulente tecnico stabiese che aveva accusato Iannello di avergli imposto un’estorsione per ottenere consulenze tecniche presso il tribunale.