Don Guerino Grimaldi. Un Vescovo salernitano - Le Cronache
Attualità

Don Guerino Grimaldi. Un Vescovo salernitano

Don Guerino Grimaldi. Un Vescovo salernitano

di Salvatore Memoli

I Vescovi di Salerno hanno sempre avuto una storia personale ed ecclesiale importante. Tra essi ci sono personalità della Chiesa con meriti rilevanti e con un’esperienza di molti anni di guida di Diocesi diverse, prima di arrivare a Salerno. Non si legge abbastanza di un Vescovo che negli anni recenti ha avuto un ruolo importante per Salerno, non sempre capito da tutti ma certamente provvisto di una personalità ben chiara ed un carattere deciso. Don Guerino Grimaldi fu Arcivescovo di Salerno per circa dieci anni dal 1982 al 1992. In realtà con la città di Salerno e l’Archidiocesi, mons. Guerino Grimaldi, aveva una frequentazione ed una presenza ben più ampia e con varie responsabilità. Fu parroco per molti anni negli anni cinquanta nella centralissima Salerno, in una Parrocchia ben in vista, San Pietro in Camerellis, una delle Comunità che raccoglieva le intelligenze e il ceto medio e la borghesia del tempo che si rapportava al parroco con vincoli filiali di vera stima ed amicizia. Don Guerino era considerato un prete colto, intellettuale, incisivo e stimolante. Il legame con i suoi parrocchiani, il suo impegno e la sua testimonianza cattolica, limpida e moderna, lo resero un presbitero prestigioso, idoneo ad essere individuato, tra non pochi altri meritevoli parroci di Salerno, ad affiancare un anziano ed importante Arcivescovo di Salerno, il calabrese Demetrio Moscato. Don Guerino, a 51 anni fu nominato Vescovo di Salpi, consacrato dal Cardinale Carlo Confalonieri, affiancato dai Vescovi Demetrio Moscato e Federico Pezzullo. Il suo ruolo fu quello di Vescovo Ausiliare di Salerno, dal 1968 al 1971. Furono anni importanti per lui, per la sua testimonianza, per consolidare legami ed amicizie tra cittadini e diocesani che lo conoscevano bene ed in più in circostanze che vedevano l’Arcivescovo titolare Moscato, stanco ed affaticato, un ottuagenario che morì dopo pochi mesi dalla consacrazione di Mons. Guerino Grimaldi, lasciando di sé un’immagine di vero principe della Chiesa. Nei pochi mesi di reggenza della Chiesa Salernitana forse Grimaldi aveva nutrito la speranza di restare a Salerno e non poco s’impegnò per realizzare questo proposito ma il Papa Paolo VI aveva altri piani pastorali e nominò nel febbraio del 1969 un titolato arcivescovo missionario, di cui aveva personale conoscenza e stima, Mons. Gaetano Pollio. La sede salernitana divenne stretta per due Vescovi, motivo per cui Don Guerino fu assegnato all’importante Chiesa di Nola, vacante per la morte del suo Vescovo Adolfo Binni, il 7 gennaio 1971. Ma Grimaldi non smise mai di pensare a Salerno, circondato dall’affetto di molti suoi parrocchiani ed alunni, molti dei quali erano esponenti incisivi nella vita politica, culturale, cattolica di Salerno. D’altra parte l’amicizia del loro sacerdote, sempre presente nelle loro vite, ora giovane Vescovo, era motivo di orgoglio e di sequela affettuosa. Per ritornare a Salerno da Arcivescovo coadiutore dovette aspettare fino al 1982, evidentemente dopo un decennio pieno che dimostra quanto tenesse alla sua città e diocesi. Soltanto nel 1984 ne assunse il titolo pieno di Arcivescovo Primate e Metropolita di Salerno, dove visse per otto anni, prima che un’inattesa morte, lo cogliesse nel pieno delle sue attività di guida solerte ed illuminata. Guerino Grimaldi resta una personalità interessante per il suo non comune acume ed intelligenza, a tratti pungente e salace, per la sua cultura, per le sue lettere pastorali, per i Convegni promossi, in particolare su San Gregorio VII. Ebbe molta attenzione agli studi teologici e per questo  convertì il consistente patrimonio immobiliare della Chiesa Salernitana in un immenso Seminario costruito su un vasto terreno donato da benefattori. Il Seminario, successivamente dedicato a Giovanni Paolo II non gli fu possibile inaugurarlo però seppe individuare il  suo successore nel dinamico Vescovo di Avellino, il salernitano Gerardo Pierro.  Salerno ebbe la gioia di riavere la presenza del Papa Giovanni Paolo II  per l’inaugurazione del Seminario e comunque dopo la sua storica visita a Salerno del 1985, i cui meriti vanno ascritti all’Arcivescovo Grimaldi.
Guerino Grimaldi aveva molte buone qualità come presbitero e Vescovo che ha dimostrato a più riprese. Intelligenza e determinazione però si scontravano con il suo carattere imperioso, di uomo del tempo, di conoscitore diretto di uomini e storia locale. Molte sue suggestioni sulla città, l’atteggiamento del parroco al centro della vita sociale  e religiosa, lo rendevano, talvolta, troppo scontroso e peggio come chi trattasse, anche i  vertici cittadini, come chierichetti sottomessi. Anche la lettura politica del momento risentiva di giudizi da abbrivio non da tutti condivisi. La sua posizione  sulla democrazia cristiana fu stridente e tempestosa, lasciando spazi per gli uomini del PCI e del PSI, nel frattempo al potere, con i quali intratteneva, anche direttamente, utili colloqui, non sempre privi di qualche risvolto molto immediato.
Nella vita pastorale era presente, anche senza formalismi, senza creare disagio ai vari parroci, tuttavia conoscendoli tutti, spesso si avventurava in giudizi frettolosi ed inopportuni che creavano contraccolpi! Don Guerino aveva inaugurato la serie dei Vescovi del territorio, cioé un presbitero diocesano che diventa Vescovo della sua Diocesi. Un fatto nuovo che cambiava la tradizione di avere sulla Cattedra di San Bonosio Pastori provenienti da Chiese diocesane importanti, magari con alle spalle almeno due precedenti nomine in altre Diocesi. Ciò vorrà dire molto o niente, oltre all’orgoglio di un presbitero locale che diventa Pastore della sua Diocesi!
Un distacco maggiore consente ad un bravo Vescovo un giudizio più sereno ed imparziale!
L’anno prossimo saranno 30 anni dalla morte di Grimaldi. Speriamo che la memoria storica sappia restituirci la sua figura di uomo, presbitero e pastore.
Al di là delle emotività dei giudizi, ancora riecheggia nella Chiesa e nella Città il suo richiamo forte alle radici cattoliche ed alla cultura cristiana della gente salernitana.