Diversi…In versi con i ragazzi del Liceo “A.Gallotta” di Eboli - Le Cronache
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Diversi…In versi con i ragazzi del Liceo “A.Gallotta” di Eboli

Diversi…In versi con i ragazzi del Liceo “A.Gallotta” di Eboli

Doppio spettacolo oggi al CineTeatro Italia per i partecipanti del laboratorio “Parole in gioco”, coordinato da Annamaria Petolicchio e Dora Longobardi, tra musica, recitazione e danza  

Di OLGA CHIEFFI

All’interno della società contemporanea, grande spazio è riservato alle differenze ed alle discriminazioni nei confronti di individui, gruppi di persone o intere popolazioni e culture considerate “diverse” rispetto a ciò che viene descritto come “normale”. La domanda che ci si pone, di conseguenza, è “che cos’è la normalità?”; perché alcune persone sono banalmente considerate diverse se hanno un colore della pelle che non è come il mio, se credono in una religione e in un Dio che non è il mio, se hanno idee ed opinioni differenti dalle mie, se sono nati in un Paese con usi e costumi diversi dai miei? Perché non sono io, allora, il “diverso”? Ma soprattutto, perché bisogna discriminare e deridere, anche in modo violento, ciò e chi non è uguale a noi? Perché c’è come la necessità di fomentare l’odio verso il diverso, sottolineando le differenze? Perché, al contrario, conoscendole ed approfondendole, non ci si apre alle diversità, arricchendo ed ampliando la nostra cultura, guardando oltre il nostro piccolo mondo, apprendendo a convivere in modo pacifico e sereno? Ma cos’è veramente il “diverso“? Con “diverso“, al giorno d’oggi, vengono considerati tutti coloro che non rispondono ai canoni della normalità da noi stabiliti e diffusi attraverso i mass-media, i governi ed il potere. La normalità che possiede la maggior parte delle persone non può diventare l’unico modello per tutti, quello corretto e giusto; ognuno di noi deve imparare a relazionarsi con la normalità altrui, anche se ai nostri occhi appare diversa dalla nostra. “Io penso che ciò che rende bello il nostro mondo è il fatto che siamo tutti diversi”. Da questo assunto nasce lo spettacolo che è l’atto conclusivo del progetto del Liceo Scientifico “A.Gallotta” di Eboli guidato da Anna Gina Mupo, “Parole in gioco”, coordinato da Annamaria Petolicchio e Dora Longobardi, le quali hanno “riletto” l’ultima opera di Angelo Nairod “Quando i diversi siamo noi”, affidando la direzione artistica a Pasquale Auricchio, il quale si è avvalso della collaborazione di Eleonora Santoro e della sua OltreDanza. In questa giornata gli allievi terranno un doppio spettacolo ospiti del CineTeatro Italia di Eboli, ove andranno in scena alle ore 10,30 e in serata alle 19,30 e in palcoscenico tra recitazione, musica e danza, si esibiranno Valentina Bozza, Francesca Manna, Flavia Cupo, Sara Di Biase, Stefana Danila, Gabriella Gasparro, Raffaella Cappetta, Fiammetta D’Aniello, Vincenza Villano, Irene Biondi, Emanuele Riviello, Liberato Luongo, Cosimo Chiumiento, Gerardo Vitale, Salvatore Petrillo, Chiara Boffa, Simone Scaglione, Maira Castiglia, Alice Comite  e Serena Marmora. Lo spettacolo nasce dalla voglia di comunicare da parte dei ragazzi, dopo un’analisi del testo, che afferma con grande forza la diversità è una ricchezza, che è in ognuno di noi, eppure non sempre siamo pronti ad incontrarla, a confrontarci con essa e ad abbracciarla. La diversità è la nostra vera forza di esseri umani, troppe volte spaventa perché significa mettere in discussione le nostre certezze, i nostri limiti, la nostra stabilità quotidiana. Ogni giorno la natura ci insegna che solo dalla diversità può nascere lo spettacolo della vita. Infatti, solo dalla diversità delle note nasce l’armonia di una musica, dalla diversità delle parole nasce la storia di un libro. La diversità è colore, cultura, ricchezza, scambio, crescita, necessità. Il primo passo per riuscire ad integrare davvero la diversità nella nostra vita è forse quello di cominciare a considerarla non solo come un elemento da tollerare, ma, quale bene da tutelare.Affrontare questo tema in questo momento storico è senza dubbio impegnativo oltre che doveroso. I ragazzi con estrema semplicità e la comunicabilità dell’arte convinceranno il pubblico che la diversità è la garanzia della nostra unicità e della nostra consapevolezza che ognuno può fare la differenza, in meglio.