Disastro ambientale a giudizio i vertici del depuratore - Le Cronache
Giudiziaria

Disastro ambientale a giudizio i vertici del depuratore

Disastro ambientale a giudizio i vertici  del depuratore

di Pina Ferro

Fu risolto il mistero dell’inquinamento da dischetti di materiale plastico che si riversarono in più tratti costieri del Mar Tirreno Centrale, con picchi nei pressi dell’isola di Ischia, sul litorale campano e su quello laziale tra Fiumicino ed Anzio. Il lavoro delle strutture centrali e periferiche del Corpo delle Capitanerie di porto – Guardia Costiera accertò, nelle vicinanze di un impianto di depurazione collocato in prossimità della foce del Sele e sugli argini del fiume, una forte concentrazione di questi filtri. Dopo quasi tre anni dall’evento, il Codacons è stato ammesso parte civile dal Giudice per le udienze preliminari del tribunale di Salerno, Vincenzo Pellegrino, Tribunale di Salerno nel procedimento penale a carico dei responsabili nonché dei direttori tecnici e dei lavori dell’impianto di depurazione situato nel Comune di Capaccio gestito dalla società a.s Paistom. L’avvocato Marchetti che si è costituito per il Codacons, dichiara: “Ricordate i milioni di pezzi finiti in mare nei primi mesi del 2018? Dischetti di plastica che si sono riversati sulle spiagge del Mar Tirreno da Capaccio (luogo di partenza) fino alla Sardegna, Corsica e Ville France sur la Mere (Nizza); determinando una compromissione e un deterioramento di acqua, terra, compromettendo lo stato ambientale di innumerevoli parchi marini. Pezzi di plastica che sono stati ingeriti dagli animali, addirittura, con conseguenze letali. I fatti sono stati considerati talmente gravi dal pubblico ministero che nel corso dell’udienza ha chiesto ed ottenuto la modifica del capo di imputazione da inquinamento ambientale a disastro ambientale ai sensi dell’articolo 452 quater del codice penale”. “L’ ammissione come parte civile a questo processo ove tutti gli imputati sono stati rinviati a giudizio, sugella ancora una volta il grande lavoro svolto dal Codacons Campania nel contrastare i reati ambientali anche attraverso denunce, azione collettive, partecipazioni a processi ed altro. Non si può negare che il lavoro del Codacons in questi anni, seppur con tutte le difficoltà specifiche della lotta agli autori dei reati ambientali, ha contribuito a creare una nuova consapevolezza per la salvaguardia del proprio territorio. A tal proposito non ci resta che constatare l’assenza delle parti civili Comune di Capaccio-Paestum e dell’Ente Parco del Cilento, che ad ogni modo sono ancora in tempo perché il processo dinnanzi al collegio si aprirà a metà Febbraio; senza ombra di dubbio lanciamo un appello sin da ora alla loro costituzione di parte civile”. Ad affrontare il processo saranno: Carmine Greco responsabile dell’Area VI del comune di Capaccio e responsabile unico fino al 31 ottobre 2017 del procedimento relativo ai lavori di adeguamento dell’impianto di depurazione in località Valorato; Giovanni Vito Bello responsabile lavori pubblici dell’Area VI del comune di Capaccio; Antonino Fiodo direttore dei lavori; Giuseppe Iodice collaudatore statico in corso d’opera delle opere strutturali; Guido Turconi legale rappresentante della società Veolia Water Tecnologies spa; Elio Bardone direttore tecnico della società Veolia Water Tecnnologies spa; Gerardo De Rosa amministratore unico della As Paistom e Angelo Corradino. Direttore tecnico della As Paistom.