Diritto alla salute e diritto al lavoro: braccio di ferro tra il comitato e i dipendenti - Le Cronache
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Diritto alla salute e diritto al lavoro: braccio di ferro tra il comitato e i dipendenti

Diritto alla salute e diritto al lavoro: braccio di ferro tra il comitato e i dipendenti

di ErNo

Diritto alla salute e diritto alla vita. Dinanzi al Tar di Salerno, ieri mattina, è andata in scena l’ennesima protesta del comitato Salute e Vita che chiede la chiusura definitiva dello stabilimento di via dei Greci, a Fratte, Due protesta: una di fronte l’altra. A chi chiede il rispetto del diritto alla salute si è infatti contrapposto quello al lavoro, con i dipendenti delle Pisano che chiedono al tribunale amministrativo regionale di valutare nel merito la documentazione prodotta dall’azienda e scongiurare, di fatto, il pericolo chiusura.
«Chiediamo la chiusura immediata delle fonderie Pisano anche perché il 3 ottobre 2018 l’Arpac ha certificato ancora una volta, che vi è un nocumento alla salute pubblica dei lavoratori e dei cittadini, ovvero vi è un pericolo immediato», ha dichiarato Lorenzo Forte, secondo cui dal 2015 ad oggi «questa fabbrica non riesce a mettere a norma le immissioni in atmosfera di fumi che non vengono captati dai camini ma vengono sparsi. Sono 9 le bat che loro non applicano ma due sono le fondamentali: rifiuti speciali e non che non vengono smaltiti in maniera corretta e le immissioni diffuse. E sulla presenza dei lavoratori dell’opificio dice: «Ci dispiace che i lavoratori non stiano con noi a combattere la battaglia per la vita, per la salute e per il lavoro perché siamo convinti che i lavoratori siano l’altra faccia di una stessa medaglia: cittadini e lavoratori sono le vittime di un imprenditore disonesto, la famiglia Pisano, che delinque dal 2004 – ha dichiarato il presidente di Salute e Vita – Oggi qui i lavoratori non stanno difendendo il diritto al lavoro che è un diritto costituzionale come quello alla salute, stanno dando il fianco al ricatto del lavoro perché Pisano utilizza questi lavoratori come il grimaldello per continuare a creare veleno sulla popolazione e i lavoratori».
«a noi questo antagonismo non è mai piaciuto, tra il diritto alla salute, il diritto al lavoro. Non è una cosa che mettiamo in conto, anzi abbiamo sempre sostenuto la dignità di questi due diritti che sono anche diritti costituzionali», ha dichiarato, dal canto suo la sindacalista Francesca D’Elia che, insieme agli altri dipendenti,sta cercando di difendere la possibilità che un’azienda, se ha le carte in regola per operare, deve farlo e «stiamo sostenendo da molto tempo la necessità che quest’azienda trovi una localizzazione opportuna per poter mettere in cantiere nuovi stabilimenti, nuove tecnologie, nuovi impianti e nuova forza lavoro, oltre a salvaguardare il lavoro di tutti gli operai attualmente impegnati che sono circa 100». Intanto, il collegio del Tar dovrebbe esprimersi questa mattina, sul proseguio dell’attività dello stabilimento di via dei Greci, a Fratte,
(er.no)