Dipendenti Arechi multiservice incatenati: quando una poltrona vale più del lavoro - Le Cronache
Attualità Primo piano

Dipendenti Arechi multiservice incatenati: quando una poltrona vale più del lavoro

Dipendenti Arechi multiservice incatenati: quando una poltrona vale più del lavoro
di Marta Naddei
Una poltrona vale più di 24 lavoratori e delle loro famiglie? A Salerno pare proprio di sì. Lo sanno bene i lavoratori con contratto a tempo determinato in servizio presso l’Arechi multiservice che ieri mattina si sono incatenati, in concomitanza con lo svolgimento del Consiglio provinciale, alle colonne di palazzo Sant’Agostino. Il loro contratto scade oggi e, a quanto pare, nessuno ha intenzione di rinnovarglielo. In verità, almeno a parole, le intenzioni ce le hanno tutti quanti, in primis l’attuale amministrazione provinciale che rassicura in merito alla volontà di prorogare i contratti agli interinali dell’Arechi multiservice. Parole sì, fatti no. Anzi: è, infatti, cominciata la fiera del rimpallo di responsabilità. Da un lato, il presidente della Provincia Giuseppe Canfora che afferma che la competenza, e dunque la decisione in merito, è del presidente della società in house dell’ente, ovvero Marcello Feola; dall’altro c’è uno statuto in base al quale le operazioni economiche che superano i 100mila euro fanno capo all’amministrazione provinciale. Alla luce del fatto che il costo dei 24 lavoratori ammonta a 500mila euro l’anno, a dirimere la questione dovrebbe essere direttamente la Provincia, anche se – nella nota inviata ieri dall’ente proprio a Feola, a firma dei dirigenti Angelo Casella e Marina Fronda – si legge che nell’articolo dello statuto «non appaiono ricompresi i singoli contratti di lavoro a tempo determinato».  Una nota alla quale ha risposto lo stesso Feola chiedendo chiarimenti e, se dovessero giungere nella giornata odierna, il presidente disporrebbe la proroga dei contratti ma rimanendo nella soglia dei 100mila euro e dunque per un breve periodo di tempo che dovrebbe aggirarsi intorno ai due mesi. «Avremmo dovuto parlarne nell’assemblea prevista per oggi (ieri per chi legge, ndr) ma non si è tenuta in virtù del Consiglio (la Provincia è socio unico, ndr) . Vorrei capire – spiega Marcello Feola – se le disposizioni della Provincia valgono per le vecchie assunzioni o per le nuove. In quest’ultimo caso, prorogherò io i contratti ma restando entro il limite previsto perché la legge parla chiaro».
Il destino dei 24 lavoratori, di fatto, è legato ad una prova di forza che ha caratteri non economici ma prettamente politici: dietro la vicenda della proroga dei contratti a tempo determinato dei 24 lavoratori dell’Arechi multiservice aleggerebbe lo spettro della corsa all’incarico. Di fatto, con la riconferma di Feola a capo della società a pochi giorni dalle elezioni di ottobre, il presidente sarebbe praticamente inamovibile dalla sua posizione. Dunque, in buona sostanza, come sarebbe emerso anche nei giorni scorsi l’obiettivo sarebbe quello di mettere l’attuale dirigenza della società in house della Provincia alle strette, inducendo Feola alle dimissioni in caso di mancata proroga dei contratti a tempo determinato.
Nel bel mezzo di questa lotta psicologica tra poteri forti ci sono 24 persone che da 30 mesi prestano servizio presso l’Arechi multiservice e che, come i loro colleghi a tempo determinato, hanno subito i tagli in busta paga dal mese di luglio del 2013. Ieri mattina hanno urlato la propria rabbia dinanzi ad un portone chiuso dal momento che, con tanto di forze dell’ordine in assetto antisommossa, non è stato consentito loro di prendere parte ai lavori dell’assise. «E’ la prima volta che si chiudono le porte di un Consiglio provinciale. E’ assurdo – commentano amaramente – La politica sta giocando sulle e con le nostre vite e tutto per ottenere una poltrona. Si devono vergognare: questa è una sconfitta per la politica, se la si può definire ancora tale». Dinanzi a loro, il consigliere Mimmo Volpe ha reagito con un semplice «avete ragione». Il presidio è stato sciolto in serata, dopo che i lavoratori hanno appreso della proroga dei contratti per i dipendenti di EcoAmbiente.
Eppure, nella giornata di lunedì sembrava che le cose stessero andando per il verso giusto con tanto di verbale, sottoscritto in Prefettura, con cui si era raggiunto un accordo disatteso poi nella mattinata di ieri. La stessa riunione in Prefettura è stata preceduta da una circostanza: il ritardo dei rappresentanti della Provincia, ammontante a circa due ore, causa sosta presso il Comune di Salerno. Sempre ieri mattina, in Consiglio comunale, il consigliere Giuseppe Zitarosa ha proposto la firma di un documento di solidarietà in favore dei 24 lavoratori: ad eccezione di Salvatore Gagliano, Raffaele Adinolfi, Roberto Celano, Paky Memoli, Pietro Damiano Stasi e Luciano Provenza (unico della maggioranza) nessuno ha sottoscritto l’atto.
Critico anche il coordinatore di Fratelli d’Italia ed ex assessore provinciale Michele Cuozzo: «Canfora si assuma la responsabilità,  risolva con immediatezza il problema dei lavoratori,  così come ha risolto la vicenda della nomina del direttore generale; in caso contrario vada a casa. Noi, insieme ai lavoratori, faremo di tutto per la tutela del loro lavoro».