Denecia: il punto di vista di una barca a vela - Le Cronache
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Denecia: il punto di vista di una barca a vela

Denecia: il punto di vista di una barca a vela

Roberto Soldatini, docente di violoncello al Conservatorio “Cimarosa” di Avellino, presenterà il suo ultimo volume, facendoci ascoltare la “Musica del Mare” venerdì sera, alle ore 20, nel Salone della sez.ne di Salerno della Lega Navale Italiana  

 Di OLGA CHIEFFI

“E’ là, giustamente, l’origine. Noise e nausea e nautica, noise e nave sono della stessa famiglia. Non bisogna stupirsene. Non intendiamo mai bene ciò che chiamiamo rumore di fondo che al mare. Questo bailamme tranquillo o veemente sembra stabilito là per l’eternità. Lungo il piano orizzontale stretto si scambiano senza posa cadute d’acqua, stabili, instabili. Lo spazio è invaso, interamente, dal clamore; siamo occupati per intero dallo stesso clamore. Questa agitazione si trova nell’udito, al di qua dei segnali definiti, al di qua del silenzio. Il silenzio del mare è un’apparenza. Il rumore di fondo è forse lo sfondo dell’essere”. E’ il Michel Serres di Genesi che ci è balenato davanti agli occhi alla notizia che venerdì attraccherà ai pontili della Lega Navale di Salerno, ospite del Presidente Fabrizio Marotta, la Denecia, un Moody 44 del 1994, bianco, lungo m.13,10 e largo m.4,20 per presentare un libro scritto proprio da lei, che racconta le infinite miglia che il mare, il vento e il suo capitano, il direttore d’orchestra e violoncellista Roberto Soldatini hanno lasciato scivolare sotto la sua chiglia. Roberto Soldatini, si racconterà, attraverso il suo Stradivari del 1714, con cui divide la casa-barca. Roberto, infatti, ha la sua residenza nel porto di Napoli, Borgo Marinari, “svernando”, nella città della sirena Partenope e mollando gli ormeggi nella bella stagione, dopo aver ultimato le lezioni al Conservatorio “D.Cimarosa” di Avellino, dove è docente di violoncello. Un cambiamento totale di vita, il suo, dopo essere stato scelto quale assistente privilegiato dal suo intuire i segreti della partitura, da Giuseppe Patanè e Myung-Whun Chung all’Opéra di Parigi e aver diretto le orchestre di alcune delle maggiori istituzioni europee e americane. Venerdì sera, per il pubblico salernitano, alternerà brani per violoncello solo a brani in cui suona e recita contemporaneamente. Un lavoro che rappresenta la prosecuzione della sperimentazione che aveva cominciato con il regista-attore Leo De Berardinis. I testi non sono semplicemente letti con un accompagnamento musicale: i ritmi e le melodie della voce sono scritte in partitura insieme alla parte del violoncello. Lo spettatore vive una rotta immaginaria attraverso scene mitiche della letteratura di mare, da quella classica a quella moderna, da Jules Verne a Jacques Brel, da Björn Larsson a Roberto Soldatini stesso. Una scelta quella di Roberto Soldatini, dovuta anche al cambiamento della nostra società, diventata “usa e getta”, che ci porta a bruciare il nostro tempo e a dover bruciare le tappe in ogni campo, anche nel campo della scuola e dell’arte, ormai facciate di hard-discount, in cui l’istante e il luogo dovrebbero essere infiniti. Soldatini è giunto al suo terzo libro, “Sinfonie mediterranee”, “La musica del mare” e “Denecia. Autobiografia di una barca”, tutti editi da Mondadori, portolani di storie, zigzaganti, temerari, entusiasti, che invitano a provare la piena libertà di scegliere la tua rotta, i tuoi bracci di mare, il porto sicuro in cui approdare, e da cui certo ricominciare il viaggio, nel rispetto del mare e dell’altro, perdendosi nelle essenze di una bianca scia, a caccia della vita.