«Gli strumenti di democrazia partecipativa e di democrazia diretta, disciplinati dallo Statuto della nostra Città, sono tuttora privi di regolamentazione e, per questo, non applicabili». Lettera aperta delle associazioni “Liberamente Insieme”,” Io Salerno” e comitato “Salviamo gli alberi” ai consiglieri comunali di Salerno, al Prefetto di Salerno, al Difensore Civico della Campania e al Ministro Riccardo Fraccaro. «Non può ritenersi soddisfatta la disposizione statutaria sulla partecipazione delle associazioni, in quanto la recente istituzione di un Registro di iscrizione anagrafica non appare pienamente rispondente alle previsioni. Tutti i cittadini, quindi, sono impossibilitati a concorrere alla vita pubblica con la presentazione di istanze, petizioni e proposte, ovvero con la richiesta di referendum consultivi sulle scelte di massimo coinvolgimento», proseguono. «Analoghe osservazioni possono essere formulate per gli Organismi di Circoscrizione. Tutto ciò, nonostante l’obbligo imposto dall’articolo 101 dello Statuto di procedere alla approvazione del Regolamento di attuazione nel termine di un anno dalla sua entrata in vigore, circa un quarto di secolo fa, e malgrado le sollecitazioni più volte avanzate da parti politiche e organizzazioni civili. Sull’argomento, intervenne ufficialmente anche la Commissione Trasparenza che, nelle sedute del 04 e 08/04/2018, fornì assicurazioni di una rapida stesura della bozza di Regolamento, di concerto con le Commissioni Statuto e Regolamento. Fino ad oggi, purtroppo, nessuna elaborazione risulta sia stata sottoposta all’approvazione del Consiglio. Né ha generato effetti positivi l’intimazione del Difensore Civico della Regione Campania che, con recente nota di prot. n. 0140120 del 30/07/2018, ha invitato l’Ente “…entro 60 giorni dalla ricezione della presente, a provvedere all’adozione del regolamento per il funzionamento degli istituti di partecipazione e degli organismi di partecipazione popolare”. Le scriventi si dolgono dell’insoddisfacente livello di attenzione riservato ad un argomento di così grande rilievo che dovrebbe meritare, all’opposto, la massima considerazione in ossequio al principio fondamentale della Costituzione sulla supremazia della volontà popolare».
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