Della festa di San Matteo c'è rimasta solo la Banda! - Le Cronache
Spettacolo e Cultura

Della festa di San Matteo c’è rimasta solo la Banda!

Della festa di San Matteo c’è rimasta solo la Banda!

Celebrazioni in tono minore da due anni per i battibecchi tra amministrazione comunale e Curia, tra negazione dei fuochi pirotecnici e smontaggio degli altoparlanti. Processione con tre formazioni al seguito, Concerti Bandistici Città di Pellezzano, Cava de’ Tirreni e Salerno, che sosterrà i portatori del patrono, offerto dalle donazioni di un privato e non dal Comune come in calce al manifesto

Di OLGA CHIEFFI

Le schermaglie tra amministrazione comunale e Curia hanno distrutto la festa del Santo patrono di Salerno, San Matteo, che richiamava in città l’intera provincia essendo l’ultima dell’estate. Eliminata ormai da oltre vent’anni, la tradizionale “allumata”, via le bancarelle, e di anno in anno scemati gli spettacoli in piazza, di un certo rilievo, oggi cancellati anche i fuochi, per puntiglio, resta solo una processione imbalsamata, che sarà accompagnata da tre formazioni bandistiche. E si, di “quella” festa che è ancora nella memoria di tutti, non resta che la musica. Questa mattina, le strade del centro storico saranno allietate dal Concerto bandistico Città di Pellezzano, diretto da Giuseppe Genovese che attraverserà tutta la città per trasmettere quell’aria di festa che aleggia attendendo le celebrazioni di San Matteo, unitamente a quello di Cava de’ Tirreni, affidato a Ciro Vigorito. L’allegra The King di Archibald Mirri, arricchita anche da qualche momento coreografico, Enea, Giocondità, la marcia d’ordinanza della Polizia di Stato, con gli ottoni in grande spolvero, Cinesina, una caratteristica marcia su scala orientale di Angelo Lamanna, e la marcia brillante Tato Russo firmata da Mario Ciervo, scritta per il noto regista partenopeo, con il quale ha collaborato in diversi musical, una prova en plein air e partecipata, per trovare l’amalgama e il passo, prima della celebrazione. San Matteo, avrà la sua banda personale, grazie unicamente ad una donazione privata che intende rimanere anonima, una formazione di alto livello, lo Storico Concerto Bandistico “Città di Salerno”, in seno all’Associazione “L’Altra Arte”, che vede la direzione artistica di Rosario e Rino Barbarulo. Una compagine che ha preso le consegne dalla famosa Banda Città di Salerno del M° Domenico Giordano, e che schiera tra le sue fila i più bei giovani e talentuosi nomi dei fiati della nostra città. Lo Storico Concerto Bandistico “Città di Salerno” sfilerà con prime parti del calibro di Michele Barbarulo al flauto e ottavino, Simone Sorvillo al clarinetto e il laureando Luca Papalino al piccolo in Mi bemolle, Gennaro Galdi, Deborah Batà, Vincenzo Varriale e Alessandro Bruno ai sassofoni, Christian Di Crescenzo, Luca Iacuzzo, Vincenzo Di Lieto e Viorel Parisi, al corno, Rosario Barbarulo e Pasquale Rispo, alle percussioni, Giuseppe Scala al fagotto, Rocco Tisi, Vincenzo Serio e Maurizio Tedesco al trombone, Pasquale Mosca al Flicorno tenore, Alessandro Grimaldi al flicorno soprano e Francesco Moccia al flicorno baritono, mentre avremo Antonio D’Arienzo e Mimmo Longo alle trombe con Rino Barbarulo al Trombino in Mi Bemolle e alla tuba Matteo Coppola e Nicola Liguori. La banda, che conterà oltre quaranta elementi, s’inquadrerà intorno alle 16 in piazza Amendola per dare una “rispolverata” al libretto, dal quale sono state scelte marce storiche, quali “Dal ballo Amor”, di Alberto Di Miniello, una marcia lunga con un incantevole trio adattissima al passo corto dei portatori della paranza più importante, Armonie d’ Abruzzo di Nicola Centofanti, Alisiana di Mario Cervo, La Ritirata ovvero la marcia d’ordinanza della Marina Militare, e ancora, La marcia dall’Ernani di Giuseppe Verdi, la Florentiner march di Julius Fucik, Maggiolata di Francesco Marchesiello. Ma la assoluta novità sarà l’esecuzione nella principale Via Roma della Rooney’March composta dal M° Antonio Florio e dedicata all’amato cucciolo di pointer di casa, nel massimo rispetto delle antiche tradizioni della banda dell’Orfanotrofio Umberto I, del Serraglio, che andava incontro alla città che l’aspettava, sempre con una marcia inedita, creata e provata per le celebrazioni del Santo Patrono. Fatiche d’amore in musica per un’intera giornata sino al rullo del tamburino Rosario Barbarulo, per l’ultimo estenuante sacrificio della corsa dei santi su per lo scalone del Duomo e l’affidamento dei fedeli al santo patrono in un delirio che commuove e sgomenta.
Olga Chieffi