Del Mese: “Casillo sulle multiproprietà ci aveva visto lungo” - Le Cronache
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Del Mese: “Casillo sulle multiproprietà ci aveva visto lungo”

Del Mese: “Casillo sulle multiproprietà ci aveva visto lungo”

Vulcanico, innovatore e competente… ma anche piuttosto controverso. Quella di “Don Pasquale” Casillo è sempre stata una figura molto discussa, passata in pochi anni dalle luci della ribalta, alle aule dei tribunali. Ieri mattina, a 71 anni, “il re del grano” si è arreso alla malattia che lo sfibrava da anni. Un uomo dal carattere spigoloso e dalle mille contraddizioni, ma con una visione imprenditoriale fuori dal comune. Per anni, infatti, ha condotto, insieme al fratello Aniello, un gruppo industriale che macinava milioni… nel vero senso della parola. Ma alla fine è il calcio, sua grande passione, il biglietto da visita che lo fa conoscere agli italiani. L’imprenditore di San Giuseppe Vesuviano ha scritto pagine indelebili della storia del calcio, foggiano e non, formando un trio vincente con Peppino Pavone e Zdenek Zeman. Sotto la sua guida, il “Foggia delle meraviglie” conquistò una sorprendente promozione in A nel 1991 sfiorando, nei tre anni successivi, persino la qualificazione alla Coppa Uefa. A sorpresa, proprio nel ’91, rilevò il pacchetto azionario della Salernitana da Peppino Soglia diventando, di fatto, l’antesignano della multiproprietà. Una parola, ad oggi, “non particolarmente apprezzata” dal mondo del tifo granata. All’epoca, Casillo decise di affidarsi a Franco Del Mese come direttore generale prima, e amministratore unico poi. Ex dirigente che, ancora oggi, era molto legato alla figura di “Don Pasquale”: «Ho conosciuto Casillo negli anni ’70, molto prima che decidesse di entrare nel mondo del calcio. Ho lavorato con lui nel settore granaio per diverso tempo e, quando rilevò la Salernitana, mi chiese di dargli una mano. Abbiamo sempre avuto un rapporto molto cordiale, ma soprattutto basato sul rispetto – dice Del Mese, che poi dà un giudizio sul Pasquale Casillo presidente: «Dico solo che, purtroppo, i salernitani non lo hanno potuto avere come presidente a tutti gli effetti. Se ciò fosse stato possibile, probabilmente avremmo potuto fare ancora meglio. Era un innovatore, per certi versi persino un rivoluzionario. Un presidente sempre molto attento ai giovani, che non esitava a lanciare alla prima occasione utile. Penso a Delio, ad esempio, che nei primi mesi fu oggetto di pesanti critiche, e poi sappiamo tutti come è andata a finire. Si può dire che a Casillo piaceva accettare le sfide, sempre e comunque». Un imprenditore ambizioso e innovatore, pioniere della tanto, oggi discussa, multiproprietà: «Fu il primo a pensarci e a cercare di renderla possibile. Ricordo che andò a parlare direttamente con l’allora presidente di Lega Matarrese. Oggi, da quello che noto, questa pratica viene addirittura consigliata. Segno evidente che, come sempre, ci aveva visto lungo». Non poteva mancare anche il ricordo dell’uomo: «Era un uomo vulcanico, sempre pieno di idee e con una forte voglia di fare. Purtroppo è stato fermato per 14 anni dalla giustizia, che ha bloccato, di fatto, ogni suo progetto. Fu un vero peccato, anche perché, prima che un grande presidente, era soprattutto un grandissimo imprenditore. A Salerno, Casillo è riuscito a cambiare la mentalità. Prima di lui, ad esempio, il centravanti avversario era sempre quello più forte. Lui, nonostante le pesanti critiche ricevute, proseguì nella linea del cambiamento, e alla fine i risultati gli hanno dato ragione». In chiusura, il pensiero di Del Mese sul rapporto tra Casillo e Aliberti: «All’inizio tra i due c’era un rapporto di stima profonda, poi, man mano, sono nati contenziosi di diversa natura che li hanno fatti allontanare. Diciamo che, ad onor del vero, ci fu anche qualcuno si “mise per lo mezzo”, compromettendo definitivamente il rapporto». E proprio Aniello Aliberti, nonostante le infinite diatribe legali che lo hanno visto coinvolto proprio con “Don Pasquale”, ha voluto esprimere la sua vicinanza alla famiglia Casillo: «Faccio le mie più sincere condoglianze alla famiglia. Per il resto, credo di essere la persona meno indicata per parlare del Pasquale Casillo uomo. Non credo di essere attendibile, in quanto parte in causa, per tanti anni, con lui. Qualunque cosa dica potrebbe essere travisata, quindi preferisco non entrare nel merito. In ogni caso, la morte è sempre una cosa brutta. Assodato ciò, rinnovo la mia vicinanza alla sua famiglia».