Tiene inevitabilmente banco il tema della “rivolta” di alcuni sindaci e delle amministrazioni comunali alle misure contenute nel decreto sicurezza di Salvini. A parlare è ancora una volta il primo cittadino di Napoli, Luigi de Magistris, il quale ha ribadito che non c’è alcuna disobbedienza da parte sua e degli altri comuni: “’Noi non stiamo facendo i disubbidienti o i ribelli. Noi siamo ubbidienti alla Costituzione. Qui nessuno sospende nulla, non stiamo mettendo la legge nel cestino o la stiamo gettando dalla finestra, ma la applicheremo nel rispetto della Costituzione a cui i ministri e i sindaci giurano e poi vedremo chi sta tradendo”. ‘Siamo in uno Stato di diritto – prosegue il primo cittadino partenopeo – in cui la legge va interpretata, non esiste la funzione dichiarativa del diritto ma la funzione interpretativa e interpreteremo la legge in maniera costituzionalmente orientata in modo da far sentire le persone, come dice l’articolo 3 della Costituzione, tutte uguali e non diverse per il colore della pelle anche se questo dà fastidio a Salvini”. ”Noi – ha concluso de Magistris – non ci piegheremo alla violenza istituzionale e alla protervia del ministro Salvini e devo dire di tutto il Governo”. Non appare invece troppo convinto dell’atteggiamento dei sindaci il presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca: “Non mi convince la disobbedienza dei sindaci, anche se nel merito i Comuni hanno pienamente ragione”. “Si rischiano di avere decine di migliaia di persone che non hanno avranno più il permesso di soggiorno e che finiranno nelle strade – ha affermato il governatore – con effetti paradossali. I sindaci avrebbero dovuto aprire un contenzioso con il Governo a inizio a dicembre e non a inizio gennaio”. Per il presidente della Campania, infatti, il problema sicurezza “ha due facce. Va affrontato in maniera non ideologica, abbassando i toni”.
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