«Parole vergognose che non rappresentano il sentimento del popolo campano e meridionale, fatto di grande cuore e di grande umanità, inqualificabili per il contenuto e per come sono state dette». Così il sindaco di Napoli Luigi de Magistris giudica quanto dichiarato ieri dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca, che ha detto «Milano non si ferma, poi si è fermata a contare i morti» durante un appuntamento pubblico a Sapri, nella mattinata di mercoledì. «Altra cosa – ha aggiunto de Magistris – è avere le proprie opinioni su come ci si è mossi durante la pandemia. Noi a Napoli abbiamo chiuso scuole e cantieri e fatto le sanificazioni prima che lo decidessero il presidente Conte e il presidente De Luca in Campania, mentre in altre parti hanno fatto scelte diverse. Ma il linguaggio di De Luca è divisivo, con quel linguaggio non si riparte, con quel linguaggio non si unisce l’Italia, con quel linguaggio non si rappresenta la voglia di riscatto del popolo meridionale. De Luca è lo stesso che ha lasciato intendere che il popolo campano è rimasto a casa perché lui ha impugnato il lanciafiamme, pensate che concezione ha della dignità del popolo campano». Secondo de Magistris, infatti, «il popolo campano è rimasto in casa perché è responsabile, perché ha capito il pericolo, ha fiutato quel che accadeva in Lombardia ed è rimasto in casa forse anche perché conosce le condizioni in cui è stata ridotta la sanità pubblica in questi anni in Campania. Adesso – ha concluso de Magistris – è venuto il momento davvero di unire il paese con un linguaggio di solidarietà e di fratellanza e non con questo frasario che serve solo per una campagna elettorale che non serve né alla Campania e né al Paese». Intanto, è proprio il presidente della Campania De Luca a dirsi preoccupato «ma da sempre» per l’aumento dei contagi in regione. «Se il Governo nazionale apre l’Italia com’era inevitabile – ha aggiunto De Luca – se apriamo anche le frontiere, qui probabilmente con una leggerezza di troppo da parte del Governo, se ci arrivano anche dall’estero persone contagiate da Paesi a forte contagio come Pakistan, Bangladesh, Brasile, India, è chiaro che andiamo in grande difficoltà. L’importante è che almeno i nostri concittadini siano responsabili, perché una metà dei contagi che abbiamo registrato rinviano a comportamenti assolutamente irresponsabili». De Luca ha citato il caso avvenuto in provincia di Salerno dove «una dottoressa aveva il marito tornato dalla Serbia con la febbre e lo ha portato in ospedale, nel suo reparto, senza fargli fare prima il tampone. Queste sono cose di una irresponsabilità unica, che non possono essere tollerate», ha detto infatti il presidente di Palazzo Santa Lucia, ammettendo la sua preoccupazione circa l’emergenza Covid che sta colpendo la Campania.
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